L’abbattimento di due cacciabombardieri P-40L
Nel mese di maggio del 1944, si registrò un’intensa attività aerea nell’alto casertano.
Dall’aeroporto militare alleato di Pignataro Maggiore, i velivoli statunitensi decollavano ed atterravano senza sosta.
Le missioni si concentrarono soprattutto nel basso Lazio.
Purtroppo, in una di queste, i documenti del NARA di College Park, Maryland, evidenziano in dettaglio l’abbattimento di due P-40L.
Nel tardo pomeriggio del 16 maggio 1944, dodici P-40L del 314th Fighter Squadron si alzarono in volo dall’aeroporto di Pignataro Maggiore.
La formazione effettuò un bombardamento in picchiata su obiettivi stradali nell’area G-627190.
Immediatamente dopo l’attacco, alle 17:15, l’aereo numero 42-10906 del 2° Lieutenant Milan R. Forkapa cominciò a sprigionare molto fumo.
Mentre si dirigeva verso il mare, dall’aeromobile usciva del fumo bianco.
Poco prima di Fondi, il motore del Warhawk sembrò spegnersi.
L’aereo iniziò ad emettere sbuffi di fumo bianco e a perdere quota rapidamente.
Dopo l’atterraggio, Forpaka gonfiò il battellino di salvataggio e vi salì sopra.
Il vento lo sospinse gradualmente verso la riva.
“I was leading a flight of 12 Warhawks of the 314th on a dive-bombing on 16 may 1944.
After bombing, i noticed Lt. Forkapa pulling out of the bomb run at G627190 at approx. 17:15 hrs.
His aircraft was smoking badly.
As he headed out to sea, white smoke issued from the plane and just short of Fondi, his engine seemed to quit; the white smoke started coming out in spurts and he was losing altitude rapidly.
After landing he inflated his life raft and climbed on; the wind gradually force him in towards the shore. ” (1)
Il tentativo di salvataggio
Il comandante della squadriglia, il capitano Bruce E. Hunt lasciò al parigrado James F. Kirkendall il compito di circuitare sulla verticale del battellino di salvataggio perché dovette rientrare alla base di Pignataro Maggiore per rifornirsi di carburante.
Quando Hunt sostituì nuovamente il capitano Kirkendall alle 18:30, il 2° Lt Forkapa aveva ormai raggiunto la spiaggia.
Con lui c’erano tre persone, un civile e quelli che sembravano essere due soldati italiani.
Due Spitfire erano in zona e un idrovolante Walrus arrivò alle 18:35 circa.
Il mezzo di soccorso volteggiò a più riprese ma finì sotto il fuoco dei bombardamenti.
Quindi, tornò alla base.
Secondo la versione del comandante Hunt, il Walrus fu colpito da un ordigno.
I piloti americani continuarono a volare intorno al sottotenente Forpaka e agli altri tre, mentre quest’ultimi attraversavano un piccolo pontile ed entravano in un rifugio.
Intanto, un aereo della formazione stava avendo dei problemi.
Così, lo scortarono fino a metà strada verso la base di Pignataro Maggiore.
“I left Capt. Kirkendall circling him while I returned to base and refueled.
When I again relieved Capt. Kirkendall at 18:30 hrs, Lt. Forpaka was on the beach with three other people – one cicilian and what appoared to be two Italian soldiers.
Two Spitfires were in the area, and the Walrus arrived at approx. 18:35 hrs.
It circled several times but was under shellfire and so it returned to base.
(I believe the Walrus was hit by shellfire).
We continued to circle Lt. Forpaka and the three others while they crossed a small jetty and entered a dugout.
A man in my formation was having trouble so we escorted him part way home.” (1)
La risposta dei tedeschi
Ritornando in circa cinque minuti sulla verticale della spiaggia, i piloti statunitensi notarono Forkapa e gli altri tre uomini salire su un piccolo camion o un’auto del comando e allontanarsi.
Immediatamente, i piloti spararono di fronte al veicolo.
L’automezzo si fermò e gli uomini tornarono al rifugio.
Nel frattempo, le persone presenti a terra salutavano gli aviatori americani e sembravano amichevoli.
Tuttavia, da una postazione sconosciuta furono oggetto di colpi di armi leggere.
Verso le 19:20, una lancia del soccorso marittimo arrivò in zona.
Ma quando si avvicinò alla riva, fini sotto il fuoco nemico proveniente dalla direzione di Terracina.
Gli aerei americani lasciarono l’area verso le 19:25 ore e tornarono alla base di Pignataro Maggiore.
“Returning in about five minutes, we observed Lt. Forpaka and the three others climb into a small truck or Command car and drive away.
We fired in front of the car; it stopped and the men went back to the dugout.
During all this, the people there wer waving at us and appeared friendly, but we were encountering small arms fire from an unknown position.
An air Sea rescue boat arrived at approx. 19:20 hrs. but when it drew close to the shore, it was also fired upon the direction of Terracina.
It, too, with drew under the fire.
We left the area at approx. 19:25 hrs. and returned to base.” (1)
Sfortunatamente, del pilota si persero le tracce.
L’altro pilota coinvolto
Nella medesima azione di guerra accadde un altro episodio.
Una squadriglia di quattro cacciabombardieri era composta dal capitano Bruce E. Hunt e dai sottotenenti Paul E. Duncan, Robert J. Dealy e verosimilmente da Mc. Canless.
Robert J. Dealy, fratello del pilota James P. abbattuto tre giorni prima, era il terzo del gruppo.
L’immagine mostra (da sinistra a destra) i fratelli James, John e Robert Dealy che ricevono un premio in una manifestazione.
La formazione era impegnata approssimativamente nell’area M-5395.
Mentre effettuavano un volo radente per verificare le condizioni del pilota Forpaka, furono bersagliati da colpi sparati da piccole mitragliatrici.
Quando ripresero quota, Dealy notò del fumo che fuoriusciva dai lembi del cofano motore dell’aereo di Paul E. Duncan.
“I was number three man in a four ship formation which was circing a mayday ut approx. M-5395.
We made a low pass to see the condition of the mayday, lt. Forpaka, and were fired on by small machine guns.
As we pulled up I noticed smoke pouring from the cowl flaps of Lt. Duncan’s aircraft.
I callei asked if he had been hit or whether he was having any trouble with his plane.” (2)
La presunta conversazione
L’aviatore chiese al collega se fosse stato colpito o se avesse problemi con il suo aereo.
Non ricevendo risposta dopo due chiamate, contattò il capitano Hunt e gli disse che l’aereo del suo gregario stava fumando.
I quattro piloti continuarono a volare a sud della zona dove era stato lanciato il segnale di “Mayday” fino a circa quattro miglia a nord-est del capo di Gaeta.
Poi, tre tornarono nell’aerea, mentre il sottotenente Duncan si diresse verso la base in direzione sud-est.
Fu visto l’ultima volta alle 18:47 circa a cinque miglia a sud-est del capo di Gaeta ad un’altitudine di 1500 piedi.
Il capitano Hunt credeva di aver sentito “Changer” chiamare: “Ciao, Dunning numero due; Stai bene?”.
La risposta fu: “Sì sto bene.” o parole in tal senso.
Questa conversazione avvenne intorno alle 18:50.
“Receving no answer from him after two calls, I called Capt. Hunt and toid him taht his wingman’s plane was smoking.
We then flew south of Mayday to a point approx. four miles northeast of Gaeta Point.
The three of us turned back to the Mayday and Lt. Duncan headed in a southeast direction.
I last saw him at approx. 18:47 hrs. five miles southeast of Gaeta Point at an altitude of 1500 ft.
Since Lt. Duncan was headed in the corrent direction toward base and seemed alright, we returned to Mayday area.
Capt. Hunt thought he heard “Changer” call, “Hello, Dunning number two; Are you alright”.
The reply was; “Yes, I’m O.K.” or words to that effect.
This call came about 18:50 hrs.” (2)
Malgrado ciò, da quel momento non si seppe più nulla dell’aviatore.
I due aviatori abbattuti
Milan Robert Forkapa nacque il 5 marzo 1924.
Dopo aver completato 24 missioni di combattimento come pilota di caccia, fu abbattuto al largo delle coste laziali.
Gli italiani tentarono di nasconderlo nella pancia di una barca.
Ma quando entrarono in porto, i tedeschi lo scovarono al suo interno.
I crucchi lo picchiarono quasi a morte e gli ruppero le gambe.
Fu internato nel campo di prigionia Stalag Luft III della Luftwaffe nella Bassa Slesia vicino alla città di Sagan.
Successivamente, lo trasferirono nel Nuremberg–Langwasser.
Dopo la guerra, tornò negli Stati Uniti.
Nel 1954, Forkapa ricevette il comando di un nuovo squadrone della Guardia Nazionale Aerea all’aeroporto di Akron–Canton nell’Ohio.
Due anni dopo, il Tenente Colonnello trasferì la sua unità nella contea di Lucas.
Lo stormo, conosciuto come 180th Tactical Fighter Group, aveva la base all’aeroporto Toledo Express.
Morì di polmonite il 19 aprile 2001 a 77 anni.
Le sue ceneri riposano nel Cimitero Nazionale di Arlington in Virginia.
Paul E. Duncan era nato nel 1922.
Il secondo conflitto mondiale lo catapultò in Italia, dove partecipò a diverse azioni di guerra.
A seguito dell’abbattimento del 16 maggio 1944, non si conobbe il suo destino per due mesi.
Solamente il 14 luglio 1944, il giornale Kingsport Times riportò la notizia che Duncan era prigioniero dai tedeschi.
Fu internato nel campo di concentramento tedesco Stalag VII-A, situato a nord della città di Moosburg in Baviera.
In seguito, rimase nel campo di lavoro di Krumbachstrasse e poi in quello di Monaco.
Dopo la seconda guerra mondiale, fu richiamato in servizio attivo nell’Air Force durante la guerra di Corea.
Successivamente, prestò servizio come pilota istruttore degli Hercules C-130 a Evreux Air Base in Francia.
Il capitano Duncan addestrò molti aviatori, essendo il pilota più esperto della squadriglia.
Nel luglio 1958, fu designato pilota da ricognizione nel 7406th Support Squadron.
Il 2 settembre 1958, partì con il C-130 dalla base aerea di Incirlik in Turchia per una missione di ricognizione.
Tuttavia, il cargo statunitense fu abbattuto nei cieli dell’Armenia da quattro MiG-17 sovietici lungo il confine turco-armeno.
Nell’incidente morirono 17 persone, 6 membri dell’equipaggio e 11 civili. (3)
Quando si verificò la catastrofe, Paul E. Duncan stava valutando la competenza del capitano Swiestra come comandante di un aereo.
I suoi resti sono ritornati negli Stati Uniti nel 1998.
Bibliografia:
1) MACR 4790
2) MACR 4789
3) https://airforce.togetherweserved.com/usaf/servlet/tws.webapp.WebApp?cmd=ShadowBoxProfile&type=Person&ID=84580
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