La Scuola Apostolica e Benito Mussolini
Una delle questioni più controverse del secolo scorso fu il comportamento delle gerarchie cattoliche di fronte alla politica fascista.
Fiumi di parole sono state dette e scritte su tale argomento, e con valutazioni molto spesso discordanti.
Al riguardo, gli studiosi, ma non solo, si dividono sostanzialmente in due gruppi:
da una parte i “colpevolisti“, che accusano la Chiesa principalmente di aver taciuto di fronte alla vergogna della Shoah;
dall’altra gli “innocentisti“, i quali invece ne giustificano il comportamento, o perlomeno ridimensionano le accuse.
Naturalmente, il fatto che il Papa avesse la propria sede in Italia imponeva al clero un rapporto di subordinazione nei confronti del fascismo.
Ma gli svariati livelli della realtà ecclesiale facevano sì che diversi risultassero i modi di porsi e di coinvolgimento.
Si badi però che non ho la presunzione di fornire in alcun modo una risposta definitiva alla questione.
Piuttosto, vi propongo nel mio piccolo una narrazione dei fatti caleni tanto oggettiva quanto assolutamente inconfutabile.
il 6 agosto del 1925, i Padri Passionisti presero possesso del seminario di Calvi Risorta, già appartenuto alla curia vescovile.
L’anno seguente, fu aperta la prestigiosa Scuola Apostolica della provincia Campano-Laziale.
In essa vi è stata una fioritura di vocazioni, a tal punto da dare alle nostre comunità religiose oltre 150 sacerdoti.
Le ingenti spese sopportate dall’ordine religioso per riattivare l’istituto diocesano spinsero i loro superiori a chiedere aiuto al Duce.
Il primo approccio con il regime
Il 19 dicembre 1938, il Direttore della Scuola Apostolica “Maria SS. Addolorata” di Calvi Risorta (Napoli) inviò una missiva a Benito Mussolini.
“Eccellenza,
Nel Comune di Calvi Risorta, Prov. di Napoli, esiste fiorentissimo Collegio Missionario dei PP. PASSIONISTI, di cui il sottoscritto è il Direttore.
Scopo di questo Collegio è di educare ragazzi di buona famiglia, i quali, poi divenuti Sacerdoti e Missionari portino la luce del Cielo e della Civiltà su tutte le parti del mondo, specialmente Africa.
Difatti, proprio di questi giorni, partiranno per il continente due nostri Sacerdoti già allievi di questo Collegio.
Il collegio, però, per altro si fiorente, ha bisogno di una cosa di estrema necessità per una più perfetta e moderna educazione dei ragazzi:
una Macchina Cinematografica.
I superiori, date le ingentissime spese che ora hanno dovuto affrontare per rendere il locale più adatto, sono nell’impossibilità di acquistare uno strumento per il collegio tanto necessario.
È per questo che sapendo la Vostra Bontà, ci rivolgiamo all’Eccellenza Vostra per essere accontentati.
In tutta la Provincia di Napoli è difficile trovare un Collegio che superi il nostro per i suoi alti ideali e per la grandiosità reale.
È ben giusto, quindi, che esso risenta della beneficenza di Sua Eccellenza mentre tutti ne risentono.
Sarà questo un motivo per ricordare perennemente la Vostra persona a questo collegio, e la gratitudine di questi ragazzi, sarà immensa ed imperitura;
di più questi giovani un giorno missionari, porteranno sempre e in tutte le parti del mondo il vostro grato ricordo.
Approfittiamo ben volentieri dell’occasione per augurarVi le più sante e dolci feste NATALIZIE.
Le porgiamo i più dolci e devoti ossequi mentre godiamo sottoscriversi.”
Il documento riportava le firme di:
- Padre Evaristo Cerroni Direttore
- Padre Ignazio Conte Vice-direttore
- Amleto Del Bove, alunno in nome di tutti i convittori
Il colpo grosso
La richiesta al Duce dei seguaci di San Paolo della Croce cadde nel dimenticatoio.
Le autorità fasciste non diedero corso alla richiesta di aiuto.
Ma verso la fine del 1942, i passionisti, senza preoccuparsi dell’esito negativo della richiesta appena citata, tentarono nuovamente il colpo.
Un tale Padre Innocenzo, senza indicare il ruolo svolto nell’istituto, indirizzò un’altra missiva a Benito Mussolini.
In realtà, si chiamava Padre Innocenzo Davide nato a Barano D’Ischia il 7 giugno 1916 da Domenico e Filomena Gaudioso.
Nel 1939, era stato ordinato sacerdote nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta.
Secondo il religioso, i giovani studenti del convento dei passionisti erano privi della bibliotechina di classe.
Chiese, quindi, un contributo economico al Duce per soddisfare tale esigenza senza indicare la cifra.
Immediatamente, l’istanza fu presa in considerazione da Nicolò De Cesare.
Quest’ultimo, prefetto di prima classe, era il segretario personale del Duce.
Il De Cesare svolse un incarico di rilievo nella formazione delle fonti storiografiche del periodo.
Si hanno notizie di una sua lettera a Claretta Petacci, di carteggi con personalità importanti e della salute di Mussolini.
Ma il suo ruolo più importante fu quello di accompagnare Mussolini all’incontro ufficiale di Feltre con Hitler (19 luglio 1943).
In precedenza, il 7 novembre 1942, il segretario particolare del Duce inviò una lettera al prefetto di Napoli.
Nella “riservata” chiese:
- il parere al riguardo dell’ufficio napoletano;
- l’indicazione della somma da elargire.
Il contributo per la bibliotechina di classe
La Regia Questura partenopea rispose che effettivamente i giovani studenti del convento erano privi della bibliotechina di classe.
Espresse, pertanto, parere favorevole alla concessione del contributo.
Il 20 dicembre 1943, Nicolò De Cesare, non avendo avuto risposta al secondo quesito, richiese di precisare la somma richiesta.
La Regia Questura di Napoli comunicò che la cifra necessaria per allestire la sala studio era di 2.000 Lire.
Il 2 febbraio 1943, il segretario particolare di Mussolini scrisse:
“In relazione alla lettera 808 Gab. del 17 febbraio corrente, si prega di corrispondere, a nome del DUCE, al Passionista P. Innocenzo una elargizione di £. 2.000 per formare una bibliotechina di classe per la Scuola Apostolica dei PP. Passionisti di Calvi Risorta.
Della somma erogata dovrà essere chiesto il rimborso col rendiconto trimestrale, evitando che della concessione sia data pubblica notizia.”
Dal dispaccio si evince che:
- i soldi, anticipati dalla Prefettura, dovevano essere restituiti all’ente dallo stato centrale tramite il rendiconto trimestrale;
- la notizia, naturalmente, doveva rimanere segreta.
Finché qualcuno (il sottoscritto) non ha scoperchiato il vaso di pandora.
L’ufficio di Ragioneria della Prefettura provvide al pagamento della somma di duemila lire a favore di Padre Innocenzo.
Il 7 maggio 1943, il Podestà di Calvi Risorta consegnò l’ordine di pagamento n. 10904 di lire 2.000, “quale elargizione concessa dal Duce alla Scuola Apostolica dei PP. Passionisti per l’acquisto di una bibliotechina di classe.”
Dal 2016, dopo la chiusura definitiva del convento, la “biblioteca di Benito Mussolini” è stata trasferita a Napoli.
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