Le esalazioni di monossido di carbonio
Nei tempi passati, il problema del riscaldamento delle nostre abitazioni era molto sentito durante i lunghi periodi invernali.
I rigori del freddo si contrastavano nelle cucine con il camino o le stufe a legna, utilizzati anche per preparare i cibi.
Le stanze da letto, invece, quasi tutte collocate al piano superiore delle case, erano particolarmente fredde.
I proprietari, non avendo a disposizione un impianto di riscaldamento, utilizzavano la “vrasera” per stemperare gli ambienti.
Il braciere, dunque, era un recipiente circolare di rame con il bordo di ottone cromato e due manici cesellati.
Al suo interno si mettevano i carboni ardenti prelevati dal camino o dalla stufa.
Ma oltre ad emettere calore, la combustione costituiva un grosso problema perché sprigionava un prodotto altamente tossico.
Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore e incolore che provoca la morte quasi immediata di chiunque lo respiri.
L’accumulo del “killer silenzioso” è particolarmente pericoloso in spazi completamente o parzialmente chiusi.
Pertanto, si sconsiglia in modo categorico l’utilizzo dei bracieri come fonte di riscaldamento degli ambienti interni.
Infatti, sono responsabili nel 55% dei casi delle intossicazioni da monossido di carbonio avvenute negli ultimi anni.
In passato, si registrano molti decessi per queste cause.
La classe della maestra Vittoria Zona
Nel novecento, il Comune di Calvi Risorta fittava i locali da adibire ad aule scolastiche delle scuole elementari.
E diverse volte erano di proprietà degli stessi insegnanti.
Sul “Mautone”, nel portone in Via Enrico Rossi n. 2, abitava la famiglia del direttore didattico Giuseppe Fuoco.
Sua moglie, la signora Vittoria Zona, dopo la fine della seconda guerra mondiale, dava lezioni a casa sua.
Nell’unica classe delle elementari, vi erano una ventina di sole femminucce nate in anni diversi (’36, ’37, ’38 e ’39).
Tra loro, compresa mia mamma, vi erano:
- Anna Caparco
- Maria G. Caparco
- Vincenza Caparco
- Dora Caranci
- Angelica Carletti
- Raffaella De Tommaso
- Maria Anna Di Girolamo
- Viola Di Girolamo
- Rosa Anna D’Innocenzo
- Sonia Mancini
- Maria Melone
- Teresa Migliozzi
- Carmela Pomaro
- Gemma Pomaro
- Vittoria Turrini
- Concetta Zona
- Giovanna Zona
La famiglia aveva anche una governante, Assunta Iodice, che si occupava delle faccende domestiche.
La buona sorte
Un giorno, come tanti altri, la maestra collocò una vrasera sotto il tavolo utilizzato come cattedra per riscaldare l’aula.
Mentre la scolaresca era impegnata nelle attività didattiche ed educative, l’insegnante reclinò il capo sul tavolo.
Le bambine iniziarono a preoccuparsi dello stato di salute della donna.
Diverse di loro, però, pensarono che fosse solamente molto stanca.
Ma una ad una finirono per appoggiare a loro volta la testa sui banchi.
Il monossido di carbonio aveva iniziato a fare sentire i suoi effetti letali.
Fortunatamente, proprio in quei frangenti, la collaboratrice familiare entrò nell’aula e vide una scena raggelante.
Quasi tutte giacevano in uno stato di incoscienza.
Capì subito la situazione e immediatamente spalancò porte e finestre per far prendere aria alla stanza.
Così, grazie al suo pronto intervento, riuscì a salvare la vita a tutte le presenti, insegnante compresa.
Invece, il ricordo del capo chino sui banchi non abbandonò la scolaresca.
Nel 1949, le bambine assistettero alla morte del marito della propria maestra, il commendatore Giuseppe Fuoco.
Il caso volle che l’uomo si addormentò per sempre con la testa poggiata sul tavolo per un arresto cardiaco.
Il giorno seguente, lo accompagnarono nel suo ultimo viaggio terreno.
Negli anni, le bambine, diventate ragazze e poi madri, hanno percorso ognuna il proprio destino.
Anch’io non sarei qui a scrivere la storia se la governante non fosse intervenuta prontamente.
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