La prematura scomparsa di Marina Salerno
Marina Salerno nacque a Santa Maria la Fossa il 29 novembre 1961 da Franco e Emilia Mirra.
Il papà, dottore in Lettere e originario di Zuni, era un professore di italiano, latino e greco prima a Vairano e poi all’istituto magistrale Salvatore Pizzi di Capua
La mamma, invece, era una stimata insegnante elementare.
Personalmente la ricordo con grande affetto, avendo avuto il privilegio di essere stato un suo allievo.
Alla signorina Emilia Mirra, dopo aver vinto il concorso, le attribuirono come prima sede la scuola di Calvi Risorta.
Qui conobbe il suo futuro marito.
La coppia fissò la propria dimora in uno stabile al primo piano in via Duca degli Abruzzi n. 41.
Al piano terra, invece, abitavano i genitori di Franco, Nicola Salerno (detto munacon’) e Merina Capuano.
Oltre alla primogenita, i coniugi Salerno ebbero altri due figli: Nicola (1964) e Rosanna (1966).
Nelle due foto vediamo Marina con il fratello Nicola e nel giorno della sua prima comunione.
Marina Salerno frequentò con profitto le scuole elementari e le medie di Calvi Risorta.
Proseguì poi gli studi superiori al liceo scientifico di Santa Maria Capua Vetere.
Imparò a suonare il pianoforte, prendendo lezioni di solfeggio da donna Elvia Sorvillo Mancini a Visciano in via Napoli.
Frequentò anche il Conservatorio di Napoli.
Successivamente si iscrisse al Corso di Laurea in DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) di Bologna.
Dopo aver conseguito il diploma di maturità, vinse il concorso per l’insegnamento.
All’età di 19 anni ebbe il primo incarico di docenza alla scuola media di Castelvolturno.
Ogni giorno partiva con una Fiat 500 di colore blu appartenente alla zia Giuseppina Mirra tuttora vivente, di anni 97.
Il tragico incidente al bivio della morte
La giovane professoressa, arrivata a Grazzanise, proseguiva per la SP 333 ex SS 264 del Basso Volturno in direzione sud-ovest.
Giunta all’incrocio con la SP 18 tristemente noto come “bivio della morte” (a sinistra si raggiungeva Villa Literno e a destra Cancello ed Arnone), continuava ancora dritto per Castelvolturno.
Per rientrare percorreva a ritroso lo stesso tragitto fatto all’andata.
Sabato 9 maggio 1981, come tutte le mattine, si recò a scuola.
Al termine delle lezioni, salì in macchina per tornare a casa.
Arrivata all’incrocio, un pulmino Volkswagen T2 non si fermò allo stop e la prese in pieno.
Il veicolo, proveniente da Scauri, impattò violentemente sul lato guida della Fiat 500.
La scena che si presentò agli occhi esterrefatti degli accorsi fu veramente straziante.
Un’automobilista di passaggio prestò i primi soccorsi.
Immediatamente caricò la ragazza ferita nella sua macchina per portarla in ospedale.
I suoi sedili si riempirono di sangue.
Successivamente, la famiglia Salerno si offrì di risarcire i danni subiti dal soccorritore, ma quest’ultimo non volle nulla.
Marina Salerno giunse all’ospedale Cardarelli di Napoli alle ore 15:20, come si legge dal referto medico.
I familiari, dopo essere stati informati dell’accaduto, si precipitarono nel nosocomio partenopeo.
Ma con il passare delle ore, le sue condizioni peggiorarono.
Purtroppo, alle 1:00 del 10 maggio 1981, Marina Salerno cessò di vivere.
Era domenica, festa della mamma, e nella sua Zuni si onorava il santo patrono.
San Nicola la volle accanto a sè nel giorno dei suoi solenni festeggiamenti.
La giovane professoressa, bella, brava, intelligente e innamorata della vita, non aveva nemmeno 20 anni.
In questa foto si può notare tutto il suo splendore.
I funerali e la festa a San Nicola
La notizia della morte di Marina Salerno gettò nello sconforto l’intera comunità calena.
Ma soprattutto i suoi familiari.
Infatti, i nonni paterni, la mamma, il fratello e la sorella avevano già subito la prematura scomparsa di Franco Salerno avvenuta tre anni prima.
Il comitato festeggiamenti San Nicola con in testa il presidente Nicolino Suglia (“bonsignore”) si presentò a casa della famiglia Salerno.
Il gruppo comunicò che avrebbero interrotto le manifestazioni previste per la festa patronale nel giorno delle esequie.
La domenica si svolsero regolarmente la processione e il concerto della banda musicale.
Il funerale fu celebrato il giorno seguente 11 maggio 1981 nella chiesa di Zuni.
C’era davvero tantissima gente e non poteva essere altrimenti per l’estremo saluto a Marina Salerno.
La disperazione che serpeggiava nei caleni era palpabile.
Fermo restando che la vita di questa povera ragazza non aveva prezzo, si sottolinea che l’autore dell’incidente mortale circolava con un veicolo sprovvisto di copertura assicurativa.
Ai familiari fu riconosciuto solamente un piccolo indennizzo concesso da una sorta di fondo vittime della strada delle Assicurazioni Generali.
L’automobilista fu denunciato per la sua sconsiderata condotta di guida.
In un’udienza al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la mamma non trovò il coraggio di andarci.
Per la famiglia si presentò lo zio Salvatore Mirra.
Ma non sortì alcun effetto.
All’epoca, negli anni ’80, la legge non prevedeva sanzioni severe per violazioni da cui scaturivano incidenti stradali.
Il sacrificio di Marina Salerno non fu vano.
A distanza di anni, hanno realizzato una sopraelevata sul luogo della disgrazia che ha comportato l’eliminazione dell’incrocio della morte.
La struggente dedica della mamma
Emilia Mirra, che aveva perso il marito tre anni prima, scrisse una commovente dedica alla sua amata figlia.
Le parole si legano l’una all’altra con un sentimento profondo che arrivano fino al cuore.
Marina,
col calore del Tuo sorriso, con l’entusiasmo della Tua giovinezza, stavi ridestando alla vita i miei giorni.
Ma il sogno fu breve e per me che era già buio, d’improvviso fu notte fonda.
La luce degli occhi Tuoi si è spenta ed io brancolo nello smarrimento più cupo.
Dal Cielo, ove hai ritrovato il Tuo adorato Papà, fammi almeno sperare che un giorno potrò stringerTi di nuovo in un abbraccio senza fine.
Mamma Tua
SIGNORE SIA FATTA LA TUA VOLONTA’!
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