Il mito di Ausone a Cales
Sulla fondazione della città di Cales ci sono pervenute due distinte tradizioni.
La prima ne attribuì la paternità alla leggendaria Orizia.
Secondo la tradizione, Orizia fu rapita sulle sponde del fiume Ilisso da Borea, dio del vento freddo ed impetuoso del nord.
Da Atene e la terra d’Attica, Borea condusse Orizia in Tracia.
Nel paese dei Ciconi, si sposarono e divennero genitori di due eroi di nome Calais e Zete, i futuri Argonauti.
E fu proprio Calais che, attraversando la Campania, fondò la città di Cales.
La seconda, invece, ne ascrisse l’origine all’epico Auson.
Nella mitologia greca, Ausone o Ausonio era il nome del Re di un popolo italico, gli Ausoni.
Suo padre era Ulisse, l’eroe protagonista dell’Odissea, mentre la madre era la maga Circe oppure la ninfa Calipso.
Ausone in seguito ebbe un figlio chiamato Liparo, che avrebbe dato il nome all’omonima isola.
Dunque, gli Ausoni, invasori delle isole e fondatori di una nuova cultura, potrebbero aver fatto parte dei “popoli del mare”.
Lo studioso latino Sesto Pompeo Festo attribuì ad un personaggio mitologico la fondazione della città calena.
Ausonia, denominata da Ausone, figlio di Ulisse e Calipso, è la prima parte dell’Italia in cui vi sono le città di Benevento e Cales.
“Ausoniam appellavit Auson, Ulixis et Calypsus filius, eam primum partem Italiae in qua sunt urbes Beneventum et Cales ” (1)
Poi, a poco a poco, tutta l’Italia, delimitata dagli Appennini è stata chiamata Ausonia dallo stesso comandante, al quale la fondazione della città si deve, come gli Aurunci riferiscono.
“deinde paulatim tota quoque Italia, quae Appennino finitur, dicta est Ausonia ab eodem duce, a quo conditam Auruncam urbem etiam ferunt.” (1)
Cales o Ausonia?
L’opera di Pompeo Festo è stata tramandata ai posteri in un’epitome redatta da Paolo Diacono sulla base di un manoscritto.
Nella prima parte, la presenza di Benevento tra i più importanti centri abitati Ausoni sembra nel suo insieme sospetta.
Probabilmente, l’autore longobardo, in questo doppio passaggio di memoria, alterò i tratti della vicenda associando la città sannita a Cales.
In verità, Cales potrebbe essersi chiamata in origine Ausonia.
Nel corso del tempo, poi, la regione con quel nome si estese nei territori tra i corsi dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno, “la mesopotamia campana”.
Tito Livio, principale fonte di informazioni sul conflitto tra Cales e Roma, nella sua “Ab Urbe Condita“, narrava che nel 336 a.C., durante il consolato di Lucio Papirio Crasso e Cesone Gaio Duilio, una guerra, non particolarmente importante e senza alcun precedente, divampò tra i romani e gli Ausoni, un popolo che abitava la città di Cales.
“Insequens annus, L. Papirio Crasso K. Duillio consulibus, Ausonum magis nouo quam magno bello fuit insignis. ea gens Cales urbem incolebat;” (2)
Gli Ausoni e la loro città furono catturati con uno sforzo non certo superiore a quello impiegato per sconfiggerli in battaglia.
Il bottino realizzato fu di notevoli proporzioni.
Lasciata a Cales una guarnigione armata, le legioni furono ricondotte a Roma.
“nec maiore certamine capti cum urbe Ausones sunt quam acie fusi erant. praeda capta ingens est praesidioque imposito Calibus reductae Romam legiones.” (2)
Nel 336 a.C., secondo Tito Livio, Cales era la più importante città degli Ausoni, la loro capitale.
Stefano Bizantino, allo stesso modo, affermò che Kalesìa era una polis degli Ausoni.
“Καλησία, πόλις Αὐσονική (3)”
Dopo l’avvento dei romani, Cales non cessò di essere Ausonia, avendo ben in vista i suoi monumenti rinvenuti al Vicus Palatius con caratteri e fisionomia risalenti alla civiltà primordiale.
Il popolo Ausone
Secondo diversi studiosi, tra i quali Servio Onorato, il commentatore dell’Eneide, Ausoni e Aurunci sarebbero lo stesso popolo.
Ma, da dove deriverebbe l’etimologia della parola Ausoni o, meglio, Ausones?
Lo scrittore berbero Fabio Plangiade Fulgenzio propende per il verbo greco intransitivo “αυξάνειν” (si legge “auxanein” e significa “crescere”).
“Ergo pedagogantis suspectione sepulta ad desideratam olim pervenitur Ausoniam, id est ad boni crementa, quo omnis sapientum voluntas avida alacritate festinat, Ausonia enim apo tu ausenin, id est cremento, sive etiam quod usque in hac aetate crementa sint corporum.” (4)
Gli Ausoni, quindi, sarebbero stati “un popolo che crebbe e si espanse”, una stirpe votata alla conquista e all’espansione.
Altri, invece, farebbero derivare l’etimologia dalla base “aus-” (corso d’acqua) con significato di “gente dei fiumi o delle pianure fluviali”.
La stirpe si contrapponeva, geograficamente e culturalmente, alle genti erniche, gli “abitanti dei sassi o delle montagne”.
Inoltre, la tradizione narra che gli Ausoni erano mossi da uno spirito guerriero e si presentavano molto temibili per la possanza fisica, la forza e la bestialità dello sguardo.
Durante le campagne di scavi, furono ritrovate nel territorio di Cales tombe che accoglievano spoglie di combattenti prestanti.
Nel 1962, poi, è stata rinvenuta la sepoltura di un aristocratico capo guerriero con un ricchissimo corredo databile attorno al 630 a.C.
Pertanto, le testimonianze archeologiche, associate al numero di leggende o miti di fondazione, testimoniano la grandeur di una città.
E Cales costituiva senza ombra di dubbio una stella di prima grandezza nel firmamento delle città-stato pre-romane.
Bibliografia:
1) Paolo Diacono, Excerpta ex libris Pompeii Festi de significatione verborum, Liber I
2) Tito Livio, Ab Urbe Condita, VIII, 16
3) Stefano Bizantino, Etnica
4) Fabii Planciadis Fulgentii, Expositio Virgilianae Continentiae Secundum Philosophos Moralis
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