Lo stravolgimento della processione di San Casto del 1836

Lo stravolgimento della processione di San Casto del 1836

Un fatto particolare accadde nella Cattedrale di Calvi il 22 maggio 1836.

Nel giorno destinato a solennizzare la festa di San Casto, protettore della Diocesi di Calvi si stravolse una consuetudine praticata e mai interrotta da diversi secoli.

La mattina del 22 maggio, tutto il clero della Diocesi di Calvi era tenuto a prestare ubbidienza al Vescovo.

Dalla Cattedrale, partiva una solenne processione diretta verso l’antico Duomo con la sacra reliquia del braccio di San Casto.

Erano obbligati ad intervenire, non solo i sacerdoti, ma tutte le Confraternite della Diocesi con i loro abiti.

Ogni pia associazione, disposta ordinatamente, esibiva il proprio stendardo.

Alle Confraternite, seguivano i componenti del Capitolo della Cattedrale e del Seminario.

Vi era, poi, il clero delle terre e dei casali della Diocesi con le loro croci.

In ultimo procedevano i Regi Canonici con il Vescovo.

Con la nascita di altri borghi caleni, l’ordine dei prelati divenne il seguente:
1) il Capitolo di Calvi – 2) Visciano – 3) Zuni – 4) Sparanisi – 5) Petrulo – 6) Pignataro – 7) Camigliano – 8) Giano – 9) Pastorano – 10) Partignano – 11) Francolisi – 12) Ciamprisco – 13) Rocchetta – 14) Croce – 15) Montanaro.

Nel giorno 22 Maggio, festa del nostro Santo primo Vescovo, in cui si presta l’obedienza alla nostra Cattedra, secondo l’inveterata, e lodevole consuetudine, disponga il Clero in maniera, che non faccia confusione; ma che ciascuno si trovi pronto secondo dovrà esser chiamato, com’altresì le Confraternite nell’ordinare la solita Processione, evitando ogni tumulto, ed inconveniente in materia di precedenza … ” (1)

Le prerogative dei pignataresi

Tuttavia, nel corso del tempo alcune comunità iniziarono a ribellarsi all’ordine prestabilito.

Nel 1836, i pignataresi passarono all’azione.

In quell’anno, si stabilì che il Clero di Pignataro fosse collocato subito dopo i membri del Capitolo e del Seminario.

A seguire quelli di Camigliano, di Partignano, di Pastorano, di Visciano, di Zuni, di Sparanise, di Petrulo e così via.

La medesima situazione fu fatta credere al Vescovo Mons. Giuseppe Maria Trama, insediatosi sulla cattedra calena-teanese due anni prima.

La nuova disposizione fu proposta anche dal suddetto Vescovo nel Sinodo Diocesano tenuto nella Cattedrale di Calvi il 24 maggio 1836.

In adunanza generale, il prelato ordinò a ciascun parroco di esibire i registri parrocchiali.

Lo scopo era di stabilire la precedenza del clero nella processione per diritto acquisito da più tempo.

Negli anni antecedenti, i parroci di Pignataro e Camigliano per ben due volte pretesero di occupare i primi posti.

La prima volta avvenne quando era parroco di Visciano Don Francesco Pezzuto (1798 – 1806).

Mentre si disponeva il corteo in base all’ordine prestabilito, il curato fu chiamato nel posto non dovuto.

Immediatamente don Francesco Pezzuto si presentò davanti al Vescovo.

A “Sua Eccellenza” affermò che, in qualità di curato di Visciano, gli toccava “il primo posto per antichi diritti risalenti fin dai secoli dell’esistenza della Cattedrale“.

Il Vescovo, verosimilmente Mons. Andrea De Lucia, convinto delle ragioni di diritto, decise dal Seggio Vescovile “Servetur solitum”.

E così svani l’idea dei sacerdoti di Pignataro e Camigliano di accaparrarsi i primi posti nel corteo.

Tra i testimoni, vi era l’ex parroco di Zuni, il canonico Don Domenico Zona.

Il secondo tentativo degli anni passati

La seconda volta si verificò durante l’episcopato di Mons. Andrea De Lucia (1792 – 1818).

Durante la preparazione della processione, i sacerdoti di Pignataro, Camigliano e di altri luoghi della Diocesi avanzarono le medesime pretese del passato.

Il Canonico Teologo della Cattedrale, Don Pietro Roncone di Sparanise, fece valere i suoi diritti.

Immediatamente intimò al corteo di fermarsi.

All’alto presule rappresentò le sue ragioni.

Mons. De Lucia, consapevole delle proprie prerogative, decise anche questa volta di rigettare le pretese dei disobbedienti.

Testimoni di questo accadimento furono diverse persone, tra le quali trovavamo lo storico caleno Don Mattia Zona.

Ritornando ai fatti del 1836, gli atti del Sinodo Diocesano di Calvi non furono pubblicati.

Inoltre, per una congiura di palazzo ordita dal canonico di Pignataro Pasquale Tedeschi, Mons. Trama si dimise nel 1837 dalla carica di Vescovo di Calvi adducendo a pretesto motivi di salute.

Le congiure contro il pio vescovo cagionarono grave danno alla sua malferma salute, onde dai medici gli fu imposto di rinunziare all’episcopato, dopo tre anni di governo.” (2)

Per quanto concerne l’ordine dei reverendi nella processione di San Casto, furono ripristinate le vecchie disposizioni.

A tal proposito, il curato Don Lorenzo Leardi diede alla stampa un opuscolo. (3)

L’autore affrontò meticolosamente le questioni di diritto relative all’intera vicenda.

Bibliografia:
1) Costituzioni Capitolari della Santa Chiesa Cattedrale di Calvi, Napoli 1730
2) AAVV- L’arciprete Don Salvatore Palumbo- Pignataro Maggiore 2001
3) Lorenzo Leardi, Dissertazione dell’ordine dei reverendi cleri della Diocesi di Calvi, Napoli 1838

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