Bertrando II Del Balzo

Bertrando II del Balzo

La casata del Balzo, in francese “de Baux”, originaria della Provenza, fu una nobile dinastia ed una delle più importanti di tutto il medioevo.

Secondo una diffusa leggenda popolare la famiglia discendeva da uno dei re magi, Baldassarre.

Con una moltitudine di conterranei d’oltralpe, Barral, signore di Baux, e l’ultimogenito Bertrando II si trasferirono nel sud Italia ai tempi della conquista angioina.

Nel Regno di Napoli, intanto, la tragica morte nel 1271 di Simone di Monteforte indusse Carlo I d’Angiò ad assegnare anche i feudi di Calvi alla Magna Regia Curia, la corte del re, che costituiva anche una sorta di Consiglio di Stato.

Nei giorni 23, 24 e 31 gennaio 1272 l’imperatore sostò nel castello di Calvi.

Il 23 diede ordine al Senescallo di Provenza di pagare 45 once d’oro al milite Isnardo Ugolini per la vendita di cavalli a Filippo, il figlio del Re.

Mandat Senescallo Provincie ut solvant Isnardo Ugolini, mil., unc. auri XLV p.g., pro pretio equi venditi ab eo ad opus Philippi, ipsus Regii filii.
Calvi, 23 gennaio 1272, XV Ind. (1)

Inoltre, al vassallo Guglielmo Stendardo intimò di versare la dote per il matrimonio di Eustacchia, sua sorella, con Raimondo del Balzo di Mairanicis (l’attuale piccolo villaggio di Aumes) in Provenza.

Mandat ut vassalli Guiliermi Extandardi solvant subventionem pro maritagio Eustachie, sororis eius, cum Raymundo de Baucio de Mairanicis in Provincia.
Calvi, 23 gennaio 1272, XV Ind. (2)

Il primo privilegio di concessione

Il 24 emise una disposizione (Reg. 1272 A n. 13 fol. 190) come riportato da Camillo Minieri Riccio nel libro “Itinerario di Carlo I di Angiò” che, purtroppo, non è stata rinvenuta.

Il 31, sempre da Calvi, scrisse a Giovanni di Marra, distributore di nuovo conio nella Terra di Bari, affinché concedesse a Pietro Farinelli la nuova moneta per un valore di 250 once d’oro, 24 tareni o tarì e 15 grana.

Ultimo ianuarii XV indictionis Calvi … Iohannis de Marra distributor nove monete in Terra Bari assignavit … Petro Farinelli … de pecunia precii eiusdem nove monete … uncias auti 250, tarenos 24 et grana 15 …
Calvi, 31 gennaio 1272, XV Ind. (3)

Il 9 marzo 1272, nel primo privilegio di concessione, Carlo I d’Angiò attribuiva a Bertrando II del Balzo e ai suoi eredi Avellino per 280 once, Calvi per 220, Lauro per 200, Conza per 40. In un primo momento la donazione doveva includere anche i feudi caleni di Riardo e Francolise, le cui rendite e proventi ammontavano a 100 once.

Successivamente le suddette terre furono restituite rispettivamente alla moglie del Signore di Roccaromana e a Francesco, figlio di Bartolomeo di Ebulo.

Et concesse sunt Berterando domino Baucii et heredibus etc. Infrascripte terre, vid.: Avellinum pro unciis CCLXXX, Calvum pro unc. CCXX, Laurum (quod est de Comitatu Caserte) pro unc. CC, terra Consie pro unc. XXXX; et licet in donatione ipsa continerentur Riardum et Francolisium, quarum proventus et redditus valent annuatim uncias auri C, tamen terre ipse restitute sunt, vid. [Riardum ….] mulieri domine Rocce Romane, Francolisium Francisco filio Bartholomei de Ebulo.
Napoli, 9 marzo 1272, XV Ind. (4)

Il baratto delle terre

Nel secondo, concedeva al del Balzo Avellino per 107 once, Calvi in Terra di Lavoro per 20 once e tarì 9 e Padula nel Principato per 125 once.

Totale 550 once e 9 tarì.

Le cifre indicate nel documento non corrispondono alla somma riportata.

In realtà, attribuendo ad Avellino 205 once (al posto di 107) e a Calvi 220 once (in luogo di 20) e 9 tarì, con Padula valutata 125 once, si ottiene il risultato di 550 once e 9 tarì.

Il territorio di Padula fu barattato con Lauro per 200 once e Conza per 40.

La perdita di rendita rispetto alle precedenti disposizione fu compensata successivamente con la concessione al nobile francese di Pertuis per 229 once.

A noble home Bertran de Baus, Aveline, CVII unces; Calve en Terre de Lavor, XX unces tar. VIIII; la terre de Padule en Principat, CXXV unces. Somme unces DL, tar. VIIII (?).
Resignata terra Padule et date sunt in excambium terra Lauri pro unciis CC et terra Consie pro unc. XXXX.
1272, XV Ind. (5)

Dal foglio 247 del registro 13 si rileva l’esecutorietà della concessione al del Balzo delle terre di Avellino, nel Giustizierato di Principato e Terra Beneventana, di Calvi, Riardo e Francolise nel Giustizierato di Terra di Lavoro e Contea del Molise, nonché di Padula, nel Giustizierato di Principato, eccetto le terre di Polizzi, Isnello e Golisano situate in Sicilia.

(Executoria concessionis Comitatus Avellini, vid. Terrarum Avellini, de Iustitiariatu Principatus et Terre Beneventane, Calvi, Riardi et Francolisii, de Iustitiariatu Terre Laboris et Comitatus Molisii, nec non terre Padule, de Iustitiariatu Principatua, que non est de ipso Comitatu, exceptisque terris Politii, Asinelle et Gulisani, sitis in Sicilia).
1272, XV Ind. Pro Bertrando de Baucio (6)

Il castello di Calvi

L’attribuzione di Calvi a Bertrando II, conte di Avellino, fu confermata dalla seguente disposizione.

(Nob. Bertrando domino Baucii, Comiti Avelline, mandatum pro vassallis suis Calvi).
1272, XV Ind. (7)

Nel medesimo anno il Re angioino concedeva l’assenso per il matrimonio tra Giovanni Scallone di Aversa e Isabella figlia del defunto milite Filippo di Calvi, con due testimoni, il milite Iacopo di Aversano e Pietro suo fratello.

Assensus pro matrimonio contrahendo inter Iohannem Scallonem de Aversa et Ysabellam f. qd. Philippi de Calvo mil., ad testimonium Iacobi de Aversano Mil. Et Petri fratis sui. (8)

Il 4 maggio 1272 ordinava di riparare i castelli di Alife, Mondragone e Carinola senza specificare l’entità dei danni subiti.

Inoltre, anche la fortezza di Calvi necessitava di un intervento strutturale dalle fondamenta sino alla sommità a causa del crollo di una delle sue pareti.

Secondo l’opinione del sovrano, i suddetti lavori di riparazione potevano essere effettuati dagli uomini delle stesse terre e casali.

A tale scopo potevano essere impiegati i vicini abitanti di Calvi.

Mandat ut reparentur castra Alifie, Montisdragonis et Carinole.
<< Item castrum Caleni, de quo ab una parte paries muri cecidit et indiget in omnibus reparari potest per homines ipsius terre et casalium. Sunt etiam sibi vicini homines Calvi, qui bene possunt ad eandem reparationem venire, vid. A strata superius>>.
Roma, 4 maggio 1272, XV Ind. (9)

I comportamenti spregiudicati del barone

Alla fine di giugno il Re si fermò nuovamente a Calvi per verificare presumibilmente i lavori di sistemazione del Castello.

Dalla cittadina calena ordinò a Pandone d’Afflitto e Ruggerio Trara di Scala in qualità di Secreti del Principato, Terra di Lavoro e Abruzzo di restituire a Pietro Capuano di Amalfi 49 once, 12 tarì e 10 grana con il denaro dalla Regia Camera di Maddaloni, di Calvi e del Maestro Pietro Farinello.

Pandono de Afflicto et Rogerio Trara de Scala, Secretis Principatus, Terre Laboris et Aprutii, mandat ut restituant Petro Capuano de Amalfia unc. IC, tar. XXII et gr. X, ab eo Regie Camere, apud Magdalonum, Apud Calvim et per mag. Petrum Farinellum, tribus vicibus mutuatas.
Calvi, 23 giugno 1272, XV Ind. (10)

Nell’amministrare i propri beni, Bertrando II, conte di Avellino e signore di Calvi, ebbe comportamenti di estrema spregiudicatezza ed immoralità violando ed usurpando i diritti altrui pur di accaparrarsi rendite consistenti dalle sue proprietà in Terra di Lavoro.

Così, ad esempio, nel 1272 impose il pagamento di tributi agli abitanti di Montanaro, sostenendo che il loro territorio rientrava nel suo feudo di Calvi.

In tal caso, gli uomini del villaggio si ritrovarono doppiamente tassati contemporaneamente da Teano e da Calvi.

La sosta del Re a Calvi

Gli abitanti del casale opposero una decisa resistenza tanto da indurre, nel novembre dello stesso anno, il Re ad intervenire investendo della questione il Giustiziere di Terra di Lavoro.

Cum homines casalis Montanari exposuissent se compulsos esse a Bertrando, domino Bautii, comite Avellini, cui concessa est civitas Calvensis, ad contribuendum cum hominibus Calvensibus, dum compelluntur eadem ratione etiam ab universitate Theani, cum qua consueverunt contribuere a tempore, cuius memoria non existit, mandat Rex de diligenti inquisitione facienda utrum dieti homines casalis consueverunt contribuere cum hominibus casalis vel Calvi, non permittens eosdem conquerentes super hoc de cetero aliquatenus molestari.
Napoli, 2 novembre 1272, I Ind. (11)

Da Calvi, il 23 gennaio 1273 Carlo I, informato della morte di Ezzelino II De Tuzziaco e non avendo quest’ultimo eredi legittimi, scriveva al Maestro Portulano e Procuratore della Puglia affinché assegnasse alla Regia Curia i beni concessi al De Tuzziaco nel Giustizierato di Terra d’Otranto (Mottola, Ceglie del Gualdo, Soleto, San Pietro di Galatina) e le terre di Glicerio di Matina (Giurdiniano, Palmiriccio, Malle, Giovannello, Moricio e Serrano).

Scriptum est Mag. Portulano et procuratori Apulie etc. Quia Enzelinus de Tuctiaco debitum universe carnis persolvit liberis legitimis non relictis, propter quod terre et loca infrascripta sita in Iustitiariatu Terre Ydronti, concessa sibi per Maiestatem nostram … sunt ad manus nostre Curie per eorum excadentiam … devoluta, f. t. [mandamus] quatenus terras et loca ipsa … facias … ad opus nostre Curie revocari; et inquiras … de proventibus et redditibus annuis … ac numero foculariorum … Nomina vero locorum et terrarum sunt hec, vid.: Motula, Gilie de Gualdo, Soletum, S. Petrus de Galatina, terra dotalis Eligerii de Matina, vid. In Iurdiniano, Palmericio, Malle, Iuvanello, Moricio et Serrano.
Calvi, 23 gennaio 1273, I Ind. (12)

La restituzione dei casali alla Curia

In un’ordinanza emessa ad aprile del 1273, tra i beni feudali in possesso di Francesco di Montefuscolo, si menzionava anche il casale di Cursani a Calvi.

Mandatum pro baliatu filie Guerreriij de Montefuscolo, scilicet honorum feudalium, que de mandato Helie de Gesualdo procurabat Franciscus de Montefuscolo. Et bona feudalia sunt hec:, vid.; … item in Calvo casale Cursani …
I Ind.: (13)

Verso la fine del 1273 il sovrano concesse a Francesco di Ebulo il casale di Liberi per 60 once.

Inoltre, consegnò nelle mani della Regia Curia il feudo di Francolise perché quest’ultimo e il casale di Liberi presenti nel territorio di Calvi erano stati assegnati in precedenza a Bartolomeo di Ebulo ad un prezzo inferiore rispetto al loro valore reale.

Francisco de Ebulo [concessum est] casale Sclavorum pro unc. LX: non obstante concessione facta de dicto casali et feudo Francolisii, sito in territorio Calvensi, Bartholomeo [de] Ebulo, cum casale et feudum predicta satis plus valeant quam pretium pro quo concessa fuerunt Bartholomeo predicto: revocato ad manus Curie pred. feudo Francolisii.
Foggia, 6 novembre 1273, II Ind. (14)

Il nobile francese amministrò i possedimenti di Calvi ed Avellino per molti anni.

Ma di questo ne riparleremo prossimamente.

Bibliografia:

1) Reg. n. 4, foglio 210
2) Reg. n. 13, foglio 232
3) Reg. n. 29, foglio 155 a t.
4) Reg. Ang. II (1265-1281), p. 266, n. 136
5) Reg. Ang. II (1265-1281), p. 270, n. 146
6) Reg. Ang. VIII (1271-1272), p. 40, n. 25
7) Reg. Ang. VIII (1271-1272), p. 134, n. 165
8) Reg. Ang. VIII (1271-1272), p. 168, n. 395
9) Reg. Ang. VIII (1271-1272), p. 110, n. 107
10) Reg. Ang. VIII (1271-1272), p. 30, n. 13
11) Reg. Ang. IX (1272-1273), p. 2, n. 2
12) Reg. n. 15, foglio 49
13) Reg. Ang. X (1272-1273), p. 47, n. 161
14) Reg. Ang. II (1265-1281), p. 246, n. 38

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