La chiusura temporanea del Seminario di Calvi

La chiusura temporanea del Seminario di Calvi

La circolare del Ministero dell’Istruzione del 18 dicembre 1864 forni indicazioni riguardanti il reclutamento e la formazione del clero.

Le nuove disposizioni diedero luogo a un’ingerenza sempre più pressante dello Stato nella vita clericale.

Il Vescovo di Calvi – Teano e altri 96 Ordinari diocesani inviarono una energica lettera al Guardasigilli sull’indipendenza dei seminari vescovili.

Le proteste riguardarono sostanzialmente due aspetti.

Da un lato, i prelati concentrarono le proprie ragioni sulla richiesta di rispettare i sentimenti cattolici della popolazione.

Dall’altro, si appellarono alla stessa legislazione statale per rivendicare libertà di azione e respingere le ingerenze governative.

In sostanza, come davanti ai sovrani preunitari, i vescovi attribuivano alla chiesa cattolica il ruolo tradizionale di guida della società.

Ma le autorità civili continuarono imperterriti nella loro azione clamorosa.

Nel 1865, i commissari del governo iniziarono visite scolastiche nei seminari vescovili e dichiararono chiusi quelli che rifiutavano l’ispezione.

Inoltre, applicarono le seguenti disposizioni del decreto:

  • tutte le rendite dei seminari soppressi erano poste sotto sequestro del subeconomo locale;
  • delle rendite ricavate, si dividevano in tre parti:
    • una parte al Vescovo con la terza parte del locale per la scuola teologica;
    • due terzi al municipio per aprire scuole secondarie in forma di ginnasio e liceo.

Addirittura, una compagnia di soldati occupò il seminario teologico di Teano.

Una ventina di studenti dovettero rifugiarsi nell’episcopio.

L’istanza al Ministero dell’Istruzione Pubblica

Il 22 maggio 1866, giorno di San Casto, furono chiuse le scuole secondarie di Calvi, avendo rifiutata l’ispezione composta del dottor Federico Pelli, can. Stanislao Trabucco e dottor Giulio Giani del 21 gennaio precedente.

Così, gli alunni delle scuole primarie e secondarie furono rimandati a casa.

Intanto, il Vescovo di Calvi e Teano, Mons. Bartolomeo D’avanzo fu costretto ad un’assenza forzata dalla sua diocesi.

Nello specifico, essendo sprovvisto del placet governativo dal 1860 al 1866, dovette risiedere in esilio a Sorrento.

Solamente nel gennaio 1867 poté rientrare in sede.

Al suo arrivo, quantunque avesse trovata la scuola teologica in piena efficienza, non poté fare a meno di riflettere su Calvi.

I locali della Scuola Apostolica nell’attuale piazza San Paolo della Croce erano liberi.

Il sagace Prelato concentrò i suoi sforzi al fine di risolvere la complessa questione.

Perciò, appena si calmarono le acque e le circostanze si presentarono meno sfavorevoli, si rivolse al Ministero dell’Istruzione Pubblica.

All’organismo sottolineò che il Regio Governo riconosceva ai vescovi il diritto di educare i chierici nelle scienze sacre.

Dunque, era giusto permettere loro anche di istruirli nelle belle lettere.

A tale istanza, dopo un certo lasso di tempo e precisamente il 2 settembre 1871, il Ministero rispose che, onde non manchi ai vescovi la comodità di amministrare anche nelle discipline classiche i giovani avviati al sacerdozio, “è fatta facoltà di fondare nei seminari scuole secondarie con professori scelti dai vescovi medesimi, purché l’insegnamento sia dato ai soli chierici.

La risposta del Prefetto di Caserta

Il vescovo, approfittando di tali disposizioni, formulò le relative istanze al Consiglio Provinciale Scolastico per le dovute intelligenze.

Di più, in data 9 ottobre, il prefetto di Caserta, Giuseppe Colucci, comunicava il seguente enunciato ricevuto dal Ministero:

Dove esiste il Ginnasio, aperto secondo il decreto del ’65, non si faccia novità;
dov’è tuttavia chiuso il seminario, ed il vescovo vuole aprirlo si dia facoltà, purché l’insegnamento sia ristretto ai chierici soli.

Ed insistendo il Vescovo per determinare il numero dei docenti da destinare all’insegnamento, il Ministero della P. I. rispondeva:

Alle premure di V. S. non avrei meglio saputo corrispondere che ordinando, come ha fatto, al Sig. Prefetto di Caserta, che al seminario di Calvi e Teano altresì fossero applicate le disposizioni comuni a tutti gli altri, per le quali è permesso ai vescovi quante e quali scuole vogliono nei loro seminari, purché l’istruzione che vi s’importa venga ristretta ai soli chierici.

Finalmente, il 16 dicembre ’71, il prefetto Colucci comunicava il nulla osta all’apertura delle scuole secondarie per chierici nel Seminario di Calvi, avendone il Consiglio Provinciale Scolastico e il Ministero d’Istruzione Pubblica concessa l’autorizzazione.

La riapertura del Seminario di Calvi

Nei primissimi giorni del 1872, si materializzò la riapertura del Seminario di Calvi tra la commossa esultanza di Mons. D’avanzo.

Il Vescovo manifestava una visibile gioia nelle frequenti visite ai suoi amati seminaristi.

All’arrivo periodico nell’istituto dell’indimenticabile pastore, le campane della cattedrale romanica di Calvi Vecchia risuonavano a festa.

I giovani affacciati alle finestre applaudivano fragorosamente.

Scortato dai fidi canonici, entrava nella nostra scuola e interrogava sulle prime nozioni di grammatica e sull’applicazione delle famose regole del Portoreale che conosceva a memoria.

Spesso intavolava con il seguito e con il maestro discussioni sui principi del Metodo Misto.

Il personale dirigente di quell’anno era composto dal:

  • Rettore, Don Ettore Martone, che in seguito fu anche maestro di Filosofia;
  • Vicerettore e professore di Belle lettere, Don Saverio Solimene, valentissimo conoscitore delle tre letterature;
  • Maestro di Umanità, Don Francesco Del Vecchio, che conosceva profondamente il latino.

Con la riapertura della scuola, giunsero a Calvi numerosi alunni provenienti dai luoghi  più lontani della diocesi.

Nel 1875, il Vescovo riferì al Regio Provveditore che i seminaristi, oltre gli studenti di Teologia, erano ben 58.

L’anno successivo, il sommo pontefice concesse a Bartolomeo D’Avanzo il premio dovuto.

Seminario

Infatti, Papa Pio IX lo elevò al rango di Cardinale nel concistoro del 3 aprile 1876.

Lo stesso giorno ricevette il titolo di cardinale presbitero di Santa Susanna.

Il Papa, pur elevandolo agli onori della Porpora, gli chiese di restare sulla cattedra della Diocesi di Calvi – Teano.

Reduce dalla “Città Eterna”, il Cardinale fu accolto con manifestazioni di giubilo.

Partecipò al conclave del 1878 che elesse papa Leone XIII.

Morì il 20 ottobre 1884 all’età di 73 anni.

La sua salma fu inumata nella tomba di famiglia del cimitero di Avella.

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