Ciao mondo
È indiscusso che la conoscenza del passato dà un senso al nostro presente.
Nessun popolo e nessuna stirpe si sono estinti completamente.
E ogni civiltà, anche la più remota, ci ha trasmesso il proprio patrimonio culturale che, in qualche modo, ritroviamo nella nostra vita di oggi.
La differenza sostanziale tra l’uomo e gli altri animali è rappresentata dalla memoria.
Gli animali vivono solo nella quotidianità tralasciando la memoria storica.
Al contrario, l’uomo è legato tramite cordone ombelicale al suo passato.
Questo fa si che l’essere umano possa accrescere le proprie capacità e conoscenze di generazione in generazione.
Il “trascorso” lo conosciamo con il tempo, dai racconti dei nonni, dai genitori o attraverso i manoscritti, i libri, i giornali e le riviste, e anche dai film e documentari.
E, soprattutto, le gesta grandi o piccole dei personaggi vengono impresse nella nostra mente in modo da non essere dimenticate.
Negli ultimi anni, però, secondo lo storico marxista Eric Hobsbawm le nuove generazioni (i giovani di fine novecento) vivono “in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono”.
Ciò porterà al fallimento di tutti i programmi per gestire o migliorare la condizione del genere umano.
Il passato è una certezza indelebile.
Il futuro invece no, è un’incertezza acclarata.
Per questo dobbiamo rispolverare e consultare la storia dell’uomo in tutti i suoi aspetti, per comprendere il mondo di oggi ma soprattutto per saper progettare il futuro, per trarne insegnamento evitando di ripetere gli stessi errori e continuare sulla strada del progresso (sbagliare è umano ma perseverare nell’errore è diabolico).
© Riproduzione riservata