Il comando della X Armata inglese a Zuni
Nella seconda guerra mondiale, gli alleati iniziarono la risalita dell’Italia dopo lo sbarco a Salerno del 9 settembre 1943.
Dispiegati in più direttrici, gli inglesi arrivarono nella nostra cittadina il 23 ottobre 1943, liberandola dall’occupazione nazista.
Appena poggiarono i piedi sul suolo caleno, i britannici decisero di fermarsi qui grazie alla sua eccezionale posizione strategica.
Così Calvi Risorta, nonostante avesse una popolazione di 4052 anime rilevata nel censimento del 1936, divenne un’enorme base militare.
Nelle campagne circostanti gli inglesi allestirono grandi accampamenti bellici.
Inoltre, i soldati di sua maestà occuparono ogni angolo del paese.
Angelo Capuano, nelle sue memorie, asseriva:
“Mia mamma mi comunicava che una parte della nostra abitazione era stata requisita dal comando militare inglese e destinata a sede di riposo per i soldati che si avvicendavano dal fronte di Cassino.
Mi raccontava che erano bravi ragazzi, che la chiamavano “mamma”, che cucinava per loro e che ogni volta che partivano per il fronte la rattristavano salutandola con le parole:
Chi sa, mamma, se ci vedremo ancora!
E mamma mi diceva di commuoversi e trepidare per la loro sorte come quando trepidava per me.
Qualche tempo prima avevo visto sul giornale “Daily Mail” le fotografie di alcune donne mentre riempivano d’acqua le pentole di soldati inglesi presso il pozzo allora esistente in Piazza Seminario del mio paese.
Non erano passati molti giorni da quando avevo saputo che il seminario ivi esistente era stato bombardato, causando la morte di un caro amico, Carmine Pitocchi, col quale, non molto tempo prima, avevo condiviso una lunga permanenza in quel posto.” (1)
La collocazione nel palazzo baronale
Il comandante del X Corpo d’armata britannico era il generale Richard Loudon McCreery.
McCreery, un soldato di cavalleria anglo-irlandese, partecipò alla prima guerra mondiale nel settore occidentale in Francia.
Fu decorato con la Distinguished Service Order (DSO) per aver guidato una delle ultime azioni di cavalleria.
Nel secondo conflitto mondiale divenne capo di stato maggiore di Harold Alexander.
Diversi osservatori gli attribuirono la vittoria riportata dagli alleati nella mitica battaglia di El Alamein.
Successivamente lo nominarono comandante del X Corpo d’armata.
Prese parte alla campagna d’Italia dallo sbarco di Salerno fino alla fine della guerra.
Il generale, alto, magro, devoto e dai modi bruschi, zoppicava per una ferita riportata durante la Grande Guerra.
Quando era allarmato, tendeva ad abbassare la voce quasi in un sussurro.
Il generale inglese fissò il proprio quartier generale nel bellissimo palazzo baronale di Zuni.
I legittimi proprietari furono relegati in un’ala dell’edificio.
In questa mappa, potete notare la disposizione delle truppe sul campo di battaglia a metà novembre del 1943.
La quinta armata americana, invece, del generale Mark Clark si stabilì nella Reggia di Caserta.
Nel palazzo baronale si susseguivano i briefing e le riunioni tra gli alti vertici del X Corpo d’armata inglese.
Gli incontri si tenevano nella sala “Concordia”.
Dopo aver varcato il portone principale, una porta di vetro consentiva l’accesso ad una scala.
Raggiunto il primo piano, si entrava in questa bellissima sala attraversando una porta a volta.
Richard McCreery spesso lasciava il palazzo per recarsi al fronte a bordo di una jeep.
Tutti gli anziani di Zuni intervistati in passato lo ricordavano benissimo.
Le esercitazioni militari
Nelle strade calene, adatte all’epoca soltanto al passaggio dei carretti, circolavano carri armati, camion, jeep e cingolati.
I mezzi sollevavano nugoli di polvere così densa da coprire ogni cosa, rendendo lo sguardo impenetrabile.
Il Convento dei Padri Passionisti aveva subito gravi danni a causa del bombardamento aereo e dei cannoneggiamenti.
Nonostante ciò, la struttura ospitava 30 soldati inglesi con le loro cucine
I britannici si esercitavano al tiro con i loro obici provocando anche incendi nei boschi delle nostre montagne.
Comunque, le cannonate erano annunciate in anticipo per evitare di ammazzare le persone alla ricerca di frasche da ardere.
Ma un giorno si verificò un grave incidente.
Poco oltre la fornace acquistata poi dai Moccia c’era una cappella votiva accanto ad un’aia senza casa colonica.
Lì i soldati si esercitavano al tiro d’artiglieria.
Il professor Bruno Mele, trovandosi sul posto e attratto da una voce che gridava con fermezza, si mise ad osservare.
“Ad un certo punto vidi volare il braccio destro del soldato che calava il proiettile nell’obice con due mani.
Chissà che gli era accaduto!
Forse non aveva fatto in tempo a tirarsi indietro o aveva distrattamente allungato il braccio sulla bocca dell’obice proprio mentre ne usciva il colpo.
Per fortuna il proiettile non esplose per l’impatto con l’arto, altrimenti ci sarebbe stata una strage.
Ricordo che il soldato fu prestissimo avvolto in una coperta di lana e tutto il gruppo lo portò via, abbandonando obice e proiettili con elica e un po’ panciuti.
Allora non c’era ancora la possibilità di riattaccare gli arti recisi … (2)
La grande parata di Natale
Le truppe britanniche rimasero sul suolo caleno dal 23 ottobre al 31 dicembre 1943.
Nel giorno di Natale dello stesso anno si tenne nel cortile del palazzo baronale la “Church Parade Christmas Day“.
I soldati inglesi appartenevano al 1° reggimento dei King’s Dragoon Guards.
Gli alti ranghi passarono in rassegna tutte le forze presenti nel cortile.
La funzione religiosa fu celebrata da un cappellano militare della chiesa anglicana al seguito dei reparti.
Le bellissime immagini allegate mostrano l’imponente schieramento di soldati inglesi all’interno del palazzo baronale.
Inoltre, si notano i nobili zunesi che osservano come spettatori interessati la manifestazione.
Infine, si rilevano alcuni mezzi militari presenti nella struttura.
Le foto furono scattate dai sergenti Menzies e Matt dell’Unità Film & Fotografica dell’esercito inglese.
Ma da lì a pochi giorni, i soldati di sua maestà lasciarono Calvi per essere sostituiti dalle truppe americane.
Bibliografia:
1) Angelo Capuano, Memorie di guerra e prigionia
2) Bruno Mele, Stupidaggini memorabili, Il Mezzogiorno, 2009
3) https://www.iwm.org.uk/commercial/collections-sales-licensing/photographs
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