I fascisti caleni
Il 23 marzo 1919 nacque a Milano un movimento denominato Fasci italiani di combattimento per iniziativa di Benito Mussolini.
Lo schieramento aveva ideali repubblicani e tendenti al socialismo o ad esso vicini.
Due anni dopo, fu fondato a Roma il Partito Nazionale Fascista con il conseguente scioglimento del movimento.
Il partito abbandonò i vecchi ideali per virare decisamente verso la destra.
Il nuovo organismo politico si diffuse e si radicò sul territorio italiano ricalcando la diffusione del pensiero unico.
Così anche a Calvi Risorta aprirono la sede locale del partito fascista.
Il primo segretario del fascio caleno fu il dott. Oreste Mancini.
Contestualmente, nel 1923, iniziarono le adesioni al movimento politico.
A tal proposito, potete scrutare la tessera di iscrizione di Giovanbattista D’Onofrio del fu Giovanni relativa all’anno 1926.
Sempre nel 1926, dopo l’emanazione delle cosiddette leggi fascistissime, il Partito Nazionale Fascista fu l’unico partito ammesso in Italia fino al 25 luglio 1943.
A Calvi Risorta, il dott. Giovanni Marrocco fu nominato podestà l’8 luglio 1926.
Prese il posto del sindaco in carica, il cavaliere Vincenzo Mandara.
Da quella data, l’ordinaria amministrazione cessò da ogni potere e funzione e s’insediò l’amministrazione podestarile.
Per quanto concerne gli iscritti caleni al partito, negli anni seguenti aumentarono di numero.
In un eccezionale documento del 27 marzo 1937 a firma del commissario al fascio Ubaldo Cotecchia, si legge testualmente:
“I sottoscritti fascisti alle ore 15:00 di oggi si troveranno alla sede del Fascio in divisa, per i funerali del camerata SannitiZona Nicola, che avranno luogo alle ore 15:30.
Chi ritenesse di non poter intervenire, per qualsiasi ragione, venga a giustificarsi dal sottoscritto prima dell’ora fissata per la riunione.”
L’elenco completo
L’elenco dei militanti tenuti a partecipare alle esequie comprendeva i nomi e cognomi dei camerati, la paternità e il domicilio:
Sigifredo Bonacci fu Raffaele – Petrulo
Giorgio Bovenzi fu Diego – Visciano
Nicola Cammuso di Federico – Petrulo
Francesco Canzano fu Nicola – Petrulo
Alfredo Capuano di Agostino – Zuni
Ettore Capuano di Antonio – Zuni
Gennaro Capuano fu Giovanni – Visciano
Nicola Capuano di Antonio – Zuni
Salvatore Capuano fu Giovanni – Visciano
Dovilio Carletti di Carlo – Zuni
Giovanni De Tommaso fu Gennaro – Zuni
Francesco Di Girolamo di Giuseppe – Visciano
Girolamo Di Lettera fu Giovanni – Zuni
Giovanni D’Onofrio di Giovanbattista – Visciano
Nicola D’Onofrio fu Andrea – Petrulo
Antonio Izzo fu Luigi – Petrulo
Giovanni Izzo fu Pietro – Visciano
Lorenzo Izzo di Luigi – Petrulo
Vincenzo Izzo fu Luigi – Petrulo
Antonio Leone fu Luigi – Zuni
Pasquale Leone di Giuseppe – Visciano
Salvatore Leone fu Giovanni – Visciano
Vincenzo Leone fu Pasquale –Visciano
Oreste Mancini fu Michele – Visciano
Giovanni Merola di Nicola – Zuni
Paolo Migliozzi fu Antonio – Petrulo
Stefano Migliozzi fu Arcangelo – Visciano
Nicola Monfreda di Andrea – Visciano
Giovanni Palmieri fu Giuseppe – Petrulo – Cantoniere
Luigi Parente fu Silvestro – Visciano
Alessandro Patrizio fu Annibale – Zuni
Luigi Pellino fu Domenico – Visciano
Pasquale Russo
Giuseppe Tirone di Salvatore – Zuni – Capo Settore
Giacomo Zacchia fu Ernesto – Petrulo
Giuseppe Zacchia fu Ernesto – Petrulo
Alfonso Zona di Baldassare – Petrulo
Gennaro Zona di Giuseppe – Petrulo – Presidente dei Combattenti
Giuseppe Zona di Mattia – Zuni
Stefano Zona fu Rosario – Petrulo
In un’altra missiva indirizzata a Gennaro Zona, Ubaldo Cotecchia scrisse:
“Caro camerata, ti prego avvisare i sopra elencati fascisti di trovarsi alla casa del fascio oggi alle ore 15 in perfetta divisa per prendere parte al funerale del camerata.
Chiunque affacciasse pretesti per non intervenire dovrà venire a giustificare da me prima delle ore 15.
È dispensato solo il camerata Zona Gennaro nella sua qualità di presidente dei combattenti.”
La fine della guerra
Dunque, nel marzo del 1937, come si può notare, gli iscritti erano solamente maschi.
Qualche mese dopo, Nicola Cotecchia divenne commissario del Fascio di Combattimento al posto del fratello Ubaldo.
L’anno seguente, il dott. Marrocco cessò dalla carica podestarile, lasciando il posto al commissario prefettizio dott. Bernardo De Angelis.
Quest’ultimo, poi, fu nominato podestà.
Nel secondo conflitto mondiale, Calvi Risorta fu liberata dall’occupazione nazista il 23 ottobre 1943 dalle truppe inglesi.
I soldati di sua maestà britannica rimasero sul suolo caleno fino alla fine del 1943.
Da quel giorno e fino al 30 aprile 1944, il loro posto fu preso dai soldati americani.
Intanto, dal punto di vista amministrativo, un esponente del partito comunista istituì il comitato di liberazione locale.
Ma solo dopo un mese e mezzo di attività, fu destituito dal governatore militare americano.
Due componenti della sua famiglia, amareggiati e delusi, inviarono una formale protesta al:
- Comitato Centrale di Liberazione
- Comando alleato regionale
- Prefetto di Napoli
La lettera riportava:
“Malgrado tutte le polemiche, disposizioni, leggi, discorsi e comunicati governativi inerenti alla epurazione, siamo arrivati al mese di maggio e in questo Comune non si è visto ancora nessun provvedimento a carico dei gerarchi, che tanto male hanno fatto alla cittadinanza.
Noi sottoscritti, nell’impossibilità di venire di persona costà, a causa del divieto di passare il Volturno, tutti incontaminati dalla cancrena fascista, precisiamo formale accusa contro i seguenti individui:”
Un secondo elenco
Mario Canzano
maestro elementare, comandante della GIL, altero ego del famigerato Nicola Cotecchia, penultimo segretario politico, e che passò nelle file tedesche
Antonio Capuano
maestro elementare, comandante della GIL
Eduardo Capuano
maestro elementare, fondatore e primo segretario del fascio i questo comune – Sciarpa littorio
Maria Capuano
insegnante, comandante fasci femminili
Bernardo dott. De Angelis
ex segretario politico, ex commissario prefettizio, ex podestà, attuale sindaco del comune, iscritto al partito fascista del 1922, collaboratore fattivo dei tedeschi durante la permanenza nel paese, e che non si è peritato di combattere con essi e devolvere viveri della popolazione a loro favore
Lorenzo Izzo
agente dazio consumo, proprietario di un mulino, fiduciario di gruppo rionale, collocatore, membro del direttorio, elemento pernicioso sotto tutti i rapporti, che ha indossato la camicia nera durante la invasione tedesca e che ha dato tutta la sua alta vita e opera a favore di questi
Velia Mandara
insegnante, segretaria fasci femminili
Amedeo Martino
impiegato della Società Elettrica Campania, squadrista, capo squadra della milizia, collaboratore dei tedeschi, distruttore della Camera di Lavoro di Calvi Risorta e che in collaborazione di Izzo Lorenzo voleva riattivare il locale fascio
Amilcare Pitocchi
capo ufficio degli ammassi – fascista sfegatato
Ernesto Prezioso
impiegato municipale, componente del direttorio, fiduciario gruppo rionale, milite
Anna Scola
insegnante fiduciaria fasci femminili
Luigi Suglia
guardia municipale. ex legionario fascista in Spagna
La conferma del podestà
Secondo i delatori dell’amministrazione, nel Comune di Calvi esisteva una vera e propria 5° colonna, disfattista e deleteria.
Il sindaco dott. de Angelis, abusando della sua carica, si era circondato di fascisti per raggiungere i suoi scopi.
Negli ultimi tempi, poi, aveva perfino nominato:
- un calzolaio, ex milite, come guardia addetto all’igiene
- un’altra guardia
- spazzini
- fascisti e capisquadra della milizia
Secondo loro, tutte le decisioni adottate non tenevano in considerazione la presenza di elementi validi e antifascisti in paese.
Questo andazzo politico metteva in luce un sistema per deprimere lo spirito della popolazione.
Ma soprattutto emergeva la chiara volontà dei vecchi signori di far sopravvivere il fascismo.
Per chiudere, espressero un’ultima considerazione:
“se in questo Comune i provvedimenti di epurazione dovessero tardare, che cosa succederà a riguardo della consegna del grano.
Perché se è facoltà del Sindaco nominare il comitato comunale, esso sceglierà certamente gli elementi a lui fidati e legati, senza distinzione di capacità e onestà, e assiomaticamente si ricadrà negli stessi madornali e loschi sistemi fascisti.”
Gli oppositori del podestà chiesero al Comitato Centrale di Liberazione l’apertura di una rigorosa inchiesta.
Inoltre, invitarono le autorità ad interrogare tutti coloro che non erano stati mai fascisti con sani principi di correttezza ed onestà.
Ma gli anglo-americani dell’AMGOT, l’organo militare deputato all’amministrazione dei territori occupati, non ne vollero sapere nulla.
In primis, sciolsero il comitato di liberazione caleno.
E poi confermarono il dott. De Angelis alla guida dell’amministrazione comunale, ritenendolo il più idoneo a ricoprire tale incarico.
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