Le funzioni del Castello di Calvi
La sagoma imponente del Castello di Calvi ha rappresentato per quasi mille anni il simbolo del potere della cittadina calena.
La fortezza, attestata su un luogo strategico all’interno di un borgo fortificato, risultava facilmente difendibile.
Circondato in buona parte da un ripido fossato, il maniero era fiancheggiato da alte rupi su due lati.
Il Castello di Calvi svolgeva una funzione di controllo sulla vecchia Via Latina.
L’importante arteria stradale assicurava la maggior parte dei collegamenti tra Roma e la Campania.
Inoltre, la fortezza assolveva al compito di difesa della città e del territorio circostante.
Infine, era una struttura architettonica costruita per ospitare una guarnigione di soldati, il loro comandante (castellano) e i suoi familiari.
Nel terzo anno del suo regno, Ferdinando I incorporò legalmente Calvi a Capua con un diploma datato 4 agosto 1460.
“die quarto mensis agusti, anno a Nativitate Domini millesimo quadrigentesimo sexagesimo, regnorum nostrorum anno tertio. Rex Ferdinandus.” (1)
L’assegnazione di Calvi a Capua, di cui diventò casale “de corpore”, non pote’ intendersi come una punizione per l’una e/o un premio per l’altra come erroneamente sostenuto da alcuni storici locali bensì rispose ad esigenze di difesa poiché “civitas nostra Calvi, que in presentiarum de nostro demanio est, sit eidem universitati Capue vicina, nec ullam habeat aliam civitatem demanialem propinquam, a qua subsidium aliquod, si quando eis ab aliquibus baronibus bellum inferretur, habere possit “. (1)
La natura economica dei compiti del Castellano
Dal 1460, dunque, ogni anno la città di Capua nominava il Castellano da inviare a Calvi.
“honorem, fidelitatem et statu regni ac dicte universitatis Capue” (2)
Dalla formula del giuramento, si evince un’altra funzione svolta dal governatore.
L’impegno solenne nel 1471 del Castellano di Calvi rivelava in tempo di pace la natura prevalentemente economica dei suoi compiti.
Altobello Siciliano, con i suoi fratelli (eius germanus), assunse gli impegni di un buon amministratore.
Promise di organizzare al meglio le guerre e qualsiasi altra resistenza nel suddetto castello, e in modo diligente custodire, gestire e non depauperare nè di appropriarsi indebitamente di alcunché di esso.
“bona argasilia arma et alia quecumque sistentia in dicto castello bene et diligenter custodire, gubernare et de eis aliquid non minuere nec fraudare” (2)
Per di più, dovevano raccogliere come si deve gli stessi frutti del vigneto della città di Calvi e con tutta la diligenza governare e far legare, coltivare e potare nei tempi opportuni e necessari durante tale periodo.
“immo vineam eciam unam dicte civitatis Calvi de ipso fructus percipiunt bene et cum omni diligencia gubernare eamque ligoniczari, cultivari et putari facere temporibus congruis et necessariis durante dicto tempore” (2)
Il vigneto
In tal modo, al termine della stagione, la vigna stessa restava ben condotta e amministrata.
“ita quod in fine dicti temporis vinea ipsa remaneat bene actata et gubernata” (2)
Nel caso che non avessero amministrato, fatto legare, potare e coltivare il medesimo vigneto, come espresso precedentemente, la stessa città avrebbe posseduto la vigna con l’autorità propria di avocare a se e poi di conservare.
“et casu quo vinea ipsam non bene gubernaverint, ligoniczari, putari et cultivari fecerint, ut supra expressum est, quod universitas ipsa possit auctoritate propria vinea ipsam ad se advocare et deinceps retinere” (2)
Anche ai suddetti eletti riservarono nella comunità l’abitazione del capitano dentro il castello, creata o disposta nella città di Calvi, ove il governatore pro tempore potè fissare la residenza.
“ac eciam predicti electi reservaverunt dicte universitati intus dictum castrum habitacionem pro capitaneo creato seu ordinando in dicta civitate Calvi, ubi capitaneus qui pro tempore fuerit possit residenciam facere“.(2)
Queste disposizioni confermano emblematicamente la funzione economica svolta dal Castellano di Calvi tese allo sviluppo della zona.
Bibliografia:
1) Diploma di Ferdinando I d’Aragona del 4 agosto 1460
2) Biblioteca del Museo Provinciale Campano, Archivio, 5, f. 63v
© Riproduzione riservata