La Pasturella
La pasturella è un’antica e suggestiva cantata popolare eseguita fino a qualche anno fa da musicisti e cantori tra le vie e viuzze di Zuni il 23 dicembre, antivigilia di Natale.
Il componimento ha origine nel 1909 quando fu chiamato a dirigere la banda di Visciano di Calvi Risorta il maestro, di origine pugliese, Onofrio Squicciarini.
L’anno successivo, in occasione del Santo Natale 1910, il direttore d’orchestra compose la suonata classica della “pasturella” intonata e modellata su vecchie melodie popolari del paese.
Negli anni ’20 Squicciarini lasciò la direzione della gloriosa banda di Visciano per approdare a quella di Casale di Carinola.
Così, “questo scritto fu lasciato e dimenticato nell’archivio della banda, archivio che consisteva in un nugolo di spartiti messi uno sull’altro dal quale trasparivano ora questa, ora quell’opera.
Per lungo tempo l’opera rimase sepolta sotto la polvere e la pesantezza delle chiavi di violino, fino a quando il maestro Nicolino Franco, padre del più famoso Luigi, direttore della banda della Marina Militare, in un periodo di magra, la rispolverò intorno al 1935 o ’36 pensando di suonarla andando in giro per le strade di Visciano al fine di arrotondare lo stipendio e per augurare buone feste proprio l’antivigilia di Natale.
Era allora consuetudine rispettare i fratelli maggiori e quindi il maestro Nicolino Franco decise anche di suonare questa cantata per il fratello Antonio, prima tromba della banda.
Ogni anno, per le strade di Visciano, si ripeteva lo stesso rito: giro del paese, suonata della pasturella, ringraziamenti ai musicanti e “mazzetta” della gente.
Da Visciano a Zuni
Ma lo scoppio della guerra diede una svolta decisiva alla pasturella perché il fratello di Nicolino si trasferì a Zuni con la famiglia e il maestro non si lasciò sfuggire l’occasione per omaggiarlo anche in quella frazione.
Così ogni anno i musicanti si recavano a Zuni per augurare buone feste ad Antonio Franco e alla sua famiglia e ne approfittarono per suonarla anche a casa della baronessa Angelina Ferrari e da don Girolamo Di Lettera.
Il rituale era sempre lo stesso.
Un gruppo di cantori di Zuni ne rimase affascinato e decise di chiedere la partitura al maestro Franco, il quale la consegnò al Cav. Giuseppe Zona.
Quest’ultimo, divenuto il primo zunese a cantarla, fu affiancato dai musicisti Alfredo Merola (sassofono soprano), Francesco Merola (basso), Giuseppe Del Vecchio (mandolino), Antonio Serio (fisarmonica) e Gennaro Capuano (violino).
Fu da allora che prese piede a Zuni una delle più belle tradizioni del paese”(1).
In seguito, con l’avanzare dell’età dei partecipanti, l’evento fu interrotto per diversi anni.
Inoltre, si persero le tracce dello spartito originale.
Verso la fine degli anni ’70, Nicola Santillo, orchestrale della banda musicale della polizia di stato, e Amedeo De Micco, avendo già partecipato alle precedenti edizioni, decisero di riproporre la tradizionale cantata.
La riproposizione dal 1978
Nel 1978, dopo ricerche insistenti, il Santillo riuscì a recuperare una copia dello spartito per pianoforte della “pasturella” dal maresciallo Antonio Parisi di Visciano.
Immediatamente, si mise al lavoro per arrangiare, elaborare ed integrare l’originale brano, incompleto in alcune parti.
Inoltre, distribuì le parti della composizione tra i diversi strumenti musicali impiegati.
Dall’antivigilia di Natale 1978, fu ripresa la tradizione della pasturella.
L’orchestra era formata da Francesco Zitiello al flauto (sostituito poi dal figlio Massimo), Ugo Leone e Michele Suglia ai clarinetti, Nicola Santillo al sax contralto, Antonio Elia al basso e Renato Zona alla chitarra.
Nel gruppo dei cantori, invece, diretti da Amedeo De Micco, trovavamo Salvatore e Federico Parisi, Giovanni Zona e tanti altri.
Diversi suonatori e coristi subentrarono nel corso del tempo.
La marcia corale iniziava alle 22:00 del 23 dicembre da Piazza Umberto I e terminava nelle prime ore della vigilia di Natale sempre nella medesima piazza davanti alla chiesa di S. Nicola.
I musicisti e i cantori, nell’augurare buone feste agli abitanti della frazione imbucando biglietti d’auguri, erano accolti, ospitati e rifocillati delle famiglie zunesi.
In modo particolare, la sig.ra Teresa Melone (detta zì teresina) in Via Duca degli Abruzzi offriva ai commensali una tavola gioiosa e riccamente imbandita (pizze, pizzonte, frittelle, guanti, panettoni, torroni, struffoli e bevande).
Anche il Convento dei Padri Passionisti apriva le porte e padre Enrico Cerullo era solito “ospitare” i componenti del corteo.
Gli ultimi anni
Negli anni 2001-2004, la Pro Loco del presidente Antonio Cipro, coinvolgendo decine di ragazzi, ha esteso alle altre frazioni la dolcezza di quelle note magiche.
A seguire, i componenti del gruppo parrocchiale San Nicola ed altre persone hanno portato avanti questa suggestiva tradizione.
Tra loro, voglio ricordare e ringraziare con piacere il mio compagno di classe, l’amico Sergio Caparco, prematuramente scomparso nel 2010, per l’impegno e lo spirito di abnegazione profuso nell’organizzare l’evento per diversi anni.
Dal 2003, grazie all’interessamento di Annibale Mimì Zona e con l’aiuto del maestro Nicola Santillo, la pasturella è riproposta anche al cimitero caleno con una toccante ed emozionante “processione”.
Da notare che, con l’istituzione di quest’ultima manifestazione, la cantata classica di “Zuni” è andata via via scemando fino ad interrompersi del tutto il 24/12/2009, dopo 63 edizioni.
Auspichiamo, dopo un breve periodo di sospensione, che si possa far rivivere questa magica tradizione natalizia per le strade calene.
Tu scendi dalle stelle o Re del cielo
E vieni in una grotta al freddo e al gelo
E vieni in una grotta al freddo e al gelo
…..
Dormi non pianger Gesù diletto
Dormi non pianger Gesù diletto
Dormi non pianger mio redentor
…..
Sai perché pongono la paglia e il fieno
Sai perché vegliano due lui ancor
Bibliografia:
1) Luigi Suglia, Sting, marzo 2001
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