La processione di San Nicandro
Il 1937 fu un anno abbastanza travagliato per le feste patronali a Calvi Risorta, iniziato a Zuni con la controversia delle due bande musicali e terminato ai piedi del Monte Maggiore con un carico di emozioni e sorprese.
La frazione di Petrulo festeggiava a settembre il devotissimo patrono San Nicandro, festa che sarà anticipata successivamente agli inizi di agosto dagli organizzatori per le instabili condizioni meteorologiche e le fresche serate settembrine.
Il protettore Nicandro, agli albori del cristianesimo, ricevette l’ordinazione sacerdotale nel I° secolo d.C. dal Vescovo di Creta, l’apostolo Tito.
Nominato Vescovo di Myra, sede di un’antichissima comunità cristiana nei pressi del promontorio di Demre nell’odierna Turchia e cattedra nel III° d.C. anche del più noto San Nicola, riuscì con la sua opera di evangelizzazione a convertire ben presto alla fede cristiana gran parte della popolazione locale.
Denunciato al governatore Libanio per attività sovversiva, fu picchiato e poi trascinato per la città a faccia in giù dopo essere stato legato con una corda dietro a dei cavalli.
In seguito, sospeso ad un cavalletto, fu prima preso a bastonate e poi gettato nel fuoco.
Uscito miracolosamente indenne dalle fiamme, il tiranno ordinò di conficcare dei chiodi nel suo corpo.
Infine, ancora vivo, lo seppellirono in una tomba e la ricoprirono di terra.
I solenni festeggiamenti
I solenni festeggiamenti in onore del vescovo e martire Nicandro erano in programma a Petrulo domenica 5 settembre 1937 con la celebrazione eucaristica seguita poi dalla processione del busto reliquiario del patrono lungo le vie del paese.
Il parroco don Gaetano Izzo stabilì che la sacra immagine percorresse solamente le strade principali dell’abitato.
L’itinerario comprendeva, all’uscita della chiesa superando il ponte sul rio Maltempo, Via Duca D’Aosta (all’epoca Piazza Giovanni XXIII non esisteva perché attraversata dal medesimo ruscello), Piazza Giuseppe Zona, Via delle Acacie, Via Nicandro Zitiello lungo il borgo antico della Giudea, Via dei 48 dell’agglomerato dei “Martini” di Petrulo, Via XX Settembre e rientro in parrocchia.
Il corteo era diviso in due tronconi: da una parte le disciplinate avanguardie, costituite dai componenti delle pie associazioni disposti in doppia fila con i relativi stendardi, dalla banda musicale e dal prete officiante; dall’altra parte i membri del comitato organizzatore, gli uomini che portavano in spalla la statua del santo e tutto il seguito dei fedeli preganti e vocianti.
Alle ore 11:30 in Piazza Giuseppe Zona, dopo aver percorso pochi metri, i componenti della commissione festeggiamenti, contro la volontà e le disposizioni del sacerdote, ordinarono ai portatori della sacra Effigie di proseguire per Via Carcieri.
Il dissenso del parroco
Deviando dall’itinerario prestabilito e seguendo il simulacro, il corteo di fedeli si distaccò dalle congreghe e dal resto delle avanguardie.
Il prete don Gaetano, molto irritato per l’accaduto, manifestò platealmente il proprio dissenso abbandonando la processione e la reliquia del santo.
Il prelato ritornò immediatamente in chiesa per impedire che si suonassero ulteriormente le campane a festa della parrocchia per poi ritirarsi nella sua abitazione in prossimità del tempio.
Il corteo, peraltro, continuò a percorrere le vie principali e secondarie della frazione e la processione terminò alle ore 13:00 circa senza che si fosse verificato alcun incidente.
I Regi Carabinieri della locale stazione presenti all’evento segnalarono l’accaduto all’Ufficio Gabinetto della Questura di Napoli evidenziando che la situazione dell’ordine pubblico a Calvi Risorta era normale.
Successivamente inoltrarono la relazione anche alla Prefettura partenopea.
Tralasciando i “risvolti terreni”, chissà cosa avrebbe pensato San Nicandro da lassù in quel particolare momento in cui una manifestazione di fede cristiana assumeva, con la diatriba tra il parroco e il comitato festeggiamenti, i contorni di uno spettacolo poco edificante.
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