L’armistizio di Sparanisi della Regia Città di Calvi
Calvi e i suoi casali svolsero un ruolo di primissimo piano nella guerra tra il Regno di Napoli e i francesi del 1798 – 1799.
Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 1798 il re partenopeo Ferdinando IV si rifugiò con i familiari in Sicilia e affidò l’autorità di vicario generale al principe Francesco Pignatelli di Strongoli, senza lasciargli tuttavia disposizioni precise.
Il 4 gennaio 1799, il comandante Jean Etienne Championnet, approfittando di favorevoli circostanze, occupò l’area di Calvi.
“Les circostances étoient favorables: on marche de Cajanello sur Calvi dont on occupe la position.” (1)
In aggiunta, la 12° mezza brigata di fanteria agli ordini del generale Antoine Girardon lasciò Vairano per attestarsi a Calvi sulla destra della Regia Strada d’Abruzzo (l’odierna Casilina).
La 97° mezza brigata di fanteria di linea, comandata dallo chef de brigade Claude Nérin, era già arrivata a Calvi e disposta alla sinistra della grande via.
Contestualmente, il generale Étienne Jacques Joseph Alexandre Macdonald stabilì il suo quartier generale a Sparanisi, (antico nome della città di Sparanise), allora casale della Regia Città di Calvi.
“Le General Macdonald avait son quartier general a Sparanesi.” (2)
In quei giorni di inizio anno, il continuo viavai di soldatesche aveva trasformato l’agro caleno in un devastato e desolato paesaggio.
Intanto, mentre i soldati d’oltralpe si predisponevano ad attaccare Capua, il vicario Francesco Pignatelli, attraverso due suoi emissari, intavolava trattative con il generale Championnet per sospendere le ostilità.
La firma dell’accordo
L’11 gennaio 1799, come riportato da tutti i libri di storia, fu firmato a Sparanisi un armistizio, dal quale i francesi senza sparare un solo proiettile trassero i maggiori vantaggi.
L’accordo, stipulato in lingua francese tra il Generale Championnet, comandante in capo dell’esercito transalpino da una parte, e il principe di Migliano e il duca del Gesso, plenipotenziari del capitano generale Pignatelli vicario generale del Regno di Napoli, dall’altra parte, prevedeva che Capua, armata com’era e con i magazzini di ogni genere, fosse ceduta alle ore 10 della mattina seguente alle truppe francesi.
Era inteso che avrebbero restituito l’artiglieria e le munizioni da guerra presenti in questa città per il campo trincerato.
Un ufficiale e un commissario di guerra d’oltralpe sarebbero entrati quella sera nella suddetta fortezza per riconoscere e verificare lo stato dei magazzini e delle munizioni.
L’armata francese, disponendosi alla destra del Mediterraneo, avrebbe occupato la riva destra della foce dei Regi Lagni, Acerra, la strada Regia di Napoli passando per Acerra, Arienzo, Arpaia, Benevento e mantenuto un presidio in tutte le sopracitate città e borgate.
La linea di demarcazione si estendeva da Benevento fine alle bocche dell’Ofanto, occupando la riva sinistra di questo fiume e la sponda destra del Lombardo nel Calore.
Le truppe napoletane, eventualmente presenti sul territorio della Repubblica Romana, avrebbero evacuato immediatamente la zona.
I porti delle Due Sicilie li avrebbero dichiarati neutrali:
quelli del Regno di Napoli appena sottoscritto il presente accordo;
quelli della Sicilia subito dopo che il re di Napoli avesse spedito da Palermo il suo ambasciatore a Parigi per trattare la pace.
Le gravose condizioni economiche
Di conseguenza, non sarebbe uscita alcuna imbarcazione napoletana da guerra dai porti dei due Regni, come nessun vascello delle potenze in guerra con la repubblica francese avrebbe attraccato;
e tutti quelli delle anzidette nazioni che si fossero trovati nelle rade, ne sarebbero usciti immediatamente.
Per tutta la durata dell’armistizio, non avrebbero introdotto alcun cambiamento nella forma di governo locale sul territorio occupato dai transalpini.
Quest’ultimi avrebbero rispettato la religione cattolica romana, le persone e le proprietà, e non molestato alcun individuo per le sue opinioni politiche.
Il Re delle due Sicilie avrebbe versato alla repubblica d’oltralpe 10.000.000 di lire di Francia, dei quali 5 milioni il 26 Nivoso del corrente mese, corrispondente al 15 gennaio 1799, e gli altri 5 il 6 Piovoso, equivalente al 25 gennaio dello stesso anno.
Nei suddetti pagamenti da effettuare a Capua, il ducato sarebbe valutato in ragione di 4 lire di Francia.
Le relazioni commerciali tra Napoli e il territorio occupato dall’armata francese sarebbero rimaste invariate purché l’approvvigionamento della medesima non ne avesse sofferto.
Fu ugualmente convenuta “franca di ogni dazio” la reciprocità del commercio dell’esercito transalpino con il territorio occupato dai napoletani.
Il presente armistizio sarebbe stato sottoposto all’approvazione dei governi delle due potenze.
Se l’una o l’altra non avesse accettato i termini del trattato, i comandanti generali avrebbero scambiato un’informativa tre giorni prima di scatenare una guerra.
La nascita della Repubblica Napoletana
Le gravose condizioni imposte dallo Championnet indussero i partenopei a ribellarsi violentemente.
I “lazzari”, cannoneggiati alle spalle, furono costretti a disperdersi e il generale riuscì a schiacciare la resistenza.
Nacque così la Repubblica Napoletana.
Per onesta intellettuale, bisogna ammettere che il nome con il quale è conosciuto l’armistizio non risulta in alcuna fonte e l’enigma delle indicazioni di Sparanise è alquanto singolare.
Dalle cronache di quei giorni si apprende che Sparanise fu il luogo dove si recarono il principe di Migliano e il duca del Gesso “per trattare una tregua”.
Nulla si dice, invece, in merito al posto dove si firmò il trattato.
Tuttavia, l’indicazione del luogo e della data riportati alla fine del documento stilato dai contendenti
“Fait Double au Camp sous Capoue le 22. Nivos An 7. de la Republique Francaise (le 11. Janvier 1799.)“
e la lettera inviata da Caserta il 17 gennaio 1799, nella quale lo Championnet si lamentava con il rappresentante della città di Napoli per la mancata esecuzione di diverse clausole dell’accordo,
“Une capitulation, Messieurs, a été signée sous les murs de Capoue, entre les députés de votre gouvernement provisoire et moi. Aucune des clauses qu’elle renferme n’a encore été exécutée.“
sembrano non lasciare dubbio che la firma sia avvenuta al campo francese sotto le mura di Capua e non a Sparanise, distante diciassette chilometri dalla città sul Volturno.
In seguito all’armistizio, il “mistero della località” scaturì da un errore dovuto verosimilmente al fatto che le trattative si svolsero nel casale della città di Calvi, per cui il trattato ebbe luogo “da Sparanisi”, anche se, secondo un’altra corrente di pensiero, l’inizio dei negoziati avvenne a Venafro.
L’armistice du 11 Janvier 1799
Art. Premier Capoue armée telle quelle est, avec ses magazins en tout genre sera livré demain à dix heures du matin à l’Armée Francaise: il est bien entendù que toute l’Artillerie & munition de guerre qui ont pu etre de cette ville pour le Camp retranché y rentreront. Un Officier & un Commissaire de guerre Francais entreront ce soir dans cette place pour y recevoir & constater l’état des magazins, & munitions.
Art. 2 L’Armée Francaise appuyant sa droite à la Mediterranée occupera la rive droite de la Foce, Regj Lagni, Acerra, la grande route de Naples passant par Acerra, Arienza, Arpaja, Benevento. Elle tiendra garnison dans toutes ces Villes, & Villages.
Art. 3 La ligne de demarcation se continue passant de Benevento aux Bouches de l’Ofanto, occupant la rive gauche de cette riviere, & la rive droite du Lombardo.
Art. 4 Les Troupes Napolitaines qui pouraient étre sur le Territoire de la Republique Romaine l’evacueront dessuite.
Art. 5 Les Ports des deux Siciles feront declarés neutres, ceux du Royaume de Naples aussitot le present Acte signé, ceux de la Sicilie des que le Roi de Naples aura depeché de Palermo son Ambassadeur à Paris pour traiter de la paix.
En consequence il ne sortira des Ports des deux Royaumes aucun Vaisseau de guerre Napolitain, comme il n’y en sera recu aucun des puissances en guerre contre la Republique Francaise, & tout ceux des dites puissances qui s’y trouveroient dans ce moment en sortiront sur le champ.
Art. 6 Tout le temps que durera l’armistice, il ne sera rien changé à la forme des autorités administratives sur le territoire occupé par les Francais. La Religion Catholique Romaine, les Personnes, & les propriétes seront respecteés.
Le rimanenti condizioni
Art. 7 Aucun Individu ne sera recherché pour fes opinions politiques.
Art. 8 Il fera payé par le Roi des deux Siciles à la Republique Francaise dix millions de livres de France; don’t cinq le 26 Nivos present mois repondant au 15. Janvier 1799., & cinq millions le 6. Pluvios, repondant au 25. Janvier de la meme année. Dans ces payements qui seront effectués à Capoue, le ducat sera compté à raison de quarto livres de France.
Art. 9 Les relations du commerce ordinaire entre Naples, & le territoire occupé par l’Armée Francaise subsisteront comme precedamment sous la reserve que son approvisionement n’en suffrira pas. La reciprocitè du commerce de l’Armée Francaise avec le territoire occupé par les Napolitains est egalement convenue & quitté de tout droit.
Art. 10 Le present Traité d’Armistice sera soumis à l’approbation du Gouvernement des deux Puissances. Si l’une ou l’autre refusent de l’accepter, les Generaux Comandants le previendront reciproquement trois jours avant d’attaquer. Fait Double au Camp sous Capoue le 22. Nivos An 7. De la Republique Francaise (le 11. Janvier 1799.)
Bibliografia:
1) C. Bonnamy, Coup d’oeil rapide sur les opérations de la campagne de Naples jusqu’à l’entrée des Français dans cette ville, Paris, 1800
2) “Le patriotisme et le courage”. La Repubblica napoletana del 1799 nei manoscritti del generale di brigata Antoine Girardon, a cura di Georges Segarini e Maria Pia Critelli, Presentazione di Anna Maria Rao, Napoli, Vivarium, 2000
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