L’onestà intellettuale di Angelo Capuano
Le elezioni amministrative tenutesi a Calvi Risorta il 6 novembre 1960 sancirono la vittoria della Bilancia – Rinnovamento Democratico Caleno.
La Democrazia Cristiana del dr. Gaito e dell’industriale Giuseppe Moccia riportò solamente 1082 voti contro i 1168 degli avversari.
Il Consiglio comunale elesse sindaco il dr. Giovanni D’Elia di Visciano e assessore delegato (vice-sindaco) Angelo Capuano.
Sin dall’inizio della consiliatura, l’intento di quest’ultimo fu quello di sistemare l’accesso a Via dei 48.
La sua determinazione lo portò ad escogitare un piano per risolvere l’annoso problema.
A Cales, la ditta di Sparanise di Raffaele Parisi con il figlio Salvatore, architetto, era impegnata in un cantiere.
Con il materiale di risulta ricavato dagli scavi, suggerì di riempire la grande buca di Via XX Settembre.
Per colmarla, furono utilizzate alcune centinaia di metri cubi di rimasuglio.
In questo modo, realizzò una nuova piazza in un luogo accidentato e selvaggio.
Nel prosieguo, la compagine si prodigò infaticabilmente nella realizzazione di nuove opere al fine di ammodernare il paese.
L’assegnazione dell’appalto
Nel 1963, la medesima ditta Parisi di Sparanise assicurò al Capuano di poter offrire un 10% di ribasso d’asta relativo ai lavori di costruzione dei locali della Scuola Elementare in Via Roma.
L’assessore delegato assunse l’impegno di trarre tutte le conseguenze del caso se un altro avesse offerto un ribasso inferiore.
Alla gara invitarono 10 ditte a presentare la loro migliore offerta nell’ambito della procedura ristretta per l’appalto dell’opera.
Ma stranamente quella di Sparanise non fu invitata.
Intanto, Mattia Zona, consigliere di opposizione eletto tra le fila della Democrazia Cristiana, cercava informazioni relative all’opera pubblica da realizzare.
Lo zunese, pur essendo un avversario politico, era un amico personale del Capuano.
Un giorno si presentò a scuola di quest’ultimo.
Al vice-sindaco comunicò la notizia dell’assegnazione dell’appalto ad una ditta di Castellamare di Stabia con solo l’1% di ribasso.
Appresa la notizia, il Capuano schiumava di rabbia.
In seduta stante, ovvero a scuola, scrisse una lettera di dimissioni dalla carica istituzionale adducendo ragioni politiche-amministrative.
La rinuncia alla carica
Subito dopo si recò nel vicino Municipio in Via Roma.
Una volta constatata l’aggiudicazione della gara alla ditta di Castellamare, consegnò la lettera di dimissioni.
In paese girava voce che la differenza tra il 10% offerto dagli sparanisani e l’1% dagli stabiesi fosse il frutto di una probabile tangente.
Dall’altra parte, i detrattori di Angelo Capuano cominciarono a far circolare notizie insensate sul suo conto.
Costoro ritenevano che avesse una preferenza per la ditta Parisi perché il figlio del titolare, architetto, era fidanzato con una cugina di Monteroduni della moglie Teresa Guglielmi.
Ma, conoscendolo bene, lui non avrebbe mai anteposto i propri interessi personali al bene della collettività.
Intanto, il Maresciallo dei carabinieri di Calvi Risorta avviò le indagini per verificare l’eventuale sussistenza di responsabilità penali nella vicenda.
A seguire, il Pretore di Pignataro Maggiore convocò il Capuano alla presenza del Capitano dei carabinieri di Capua.
Gli inquirenti volevano accertare quali fossero le reali motivazioni che lo avevano spinto a rassegnare le dimissioni.
Durante l’interrogatorio, Angelo Capuano ribadì di aver preso la decisione solo ed esclusivamente per ragioni politiche-amministrative.
In tal modo, le autorità competenti non presero alcun provvedimento.
Dal punto di vista politico, invece, i comunisti caleni accusarono il Capuano di aver tradito Giovanni d’Elia.
Ma di lì a poco, lo stesso Sindaco dovette dimettersi per un presunto scandalo a luci rosse avvenuto nel Municipio di Via Roma.
Le redini del Comune di Calvi Risorta furono prese da un altro pezzo da novanta della politica calena:
Lorenzo Maciariello
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