A Marunnella: la cappellina di Petrulo

La cappellina della Marunnella a Petrulo

Nell’anno del Signore 1954 dedicato alla Madre di Dio, il popolo di Petrulo costruì a sue spese una cappellina in onore della Vergine Maria.

La struttura, eretta in una zona coltivata ad olivo e distante dal centro abitato su una porzione di terreno di proprietà originariamente dell’avvocato Antonio Mandara e in seguito donato alla parrocchia di San Nicandro, fu collocata nelle vicinanze del mulino di Alessandro Delle Fave e di una masseria in località “Casino” nel punto di congiunzione di tre strade: via IV Novembre, l’unica strada che collegava la frazione di Zuni a quella di Petrulo, via XX Settembre e via Rocioloni, all’epoca tutte a doppio senso di marcia.

Il fabbricato, largo m. 1,50, lungo m. 2,50 e alto m. 3, fu costruito dalle maestranze locali con i materiali forniti dall’industriale dei laterizi “on Peppe Moccia“.

All’inaugurazione e alla benedizione del nuovo “luogo di preghiera”, alla presenza del parroco don Francesco Fucile, del sindaco dr. Guido Gaito, del sac. Francesco Perrotta, amministratore dei beni della parrocchia, delle personalità civili e militari, la madrina della manifestazione fu Carmela, la secondogenita del Cav. Giuseppe Moccia.

I cittadini del borgo caleno, con l’intento di tramandare la memoria di quell’evento, esposero sopra la porta d’ingresso la seguente iscrizione:

IL POPOLO DI PETRULO RICORDA L’ANNO MARIANO 1954

La devozione del popolo

La madonnina, deposta su una colonna di marmo grigio, rivolgeva il proprio sguardo verso la montagna, accogliendo e benedicendo i viandanti.

La piccola cappella e la “celeste” Effigie della Vergine entrarono nel cuore di tutti caleni.

In questo edificio sacro, i sacerdoti iniziarono a celebrare le funzioni religiose e le messe. Inoltre, la maestra Anna Scola dedicò due canti di lode alla Marunnella: “Maria, quando si tinge il ciel di rosa” e “Salve di grazia piena o Maria“.

E nei passanti nacque la consuetudine di lanciare i soldi sul pavimento attraverso il cancello.

Oltre a luogo di preghiera, lo spazio antistante al tempietto, conosciuto come “annanzi a Marunnella”, si è rivelato da sempre un punto di aggregazione e di ritrovo.

Sulle scale e sul muro intorno alla struttura sono nati amori e amicizie.

Alla fine degli anni ’60, Roberto Izzo, un noto imprenditore locale, titolare di un deposito di materiale edili, chiese alla cittadinanza di poter spostare la cappellina perché ostacola la visuale degli automezzi provenienti da Via Rocioloni.

A sue spese, avrebbe demolito la “vecchia” chiesetta per costruirne una nuova a pochi metri di distanza da quella esistente.

Gli abitanti di Petrulo, all’unanimità, rispedirono al mittente la proposta lasciandola nella sua posizione originaria.

La particolare cura della cappellina

Sin dai tempi della sua costruzione, la signorina Carmela Palmieri, persona semplice e generosa, si prese cura della “casa di Maria”.

Ogni sera al tramonto si recava in quella zona isolata sfidando tutte le condizioni atmosferiche.

A metà degli anni ’70, subentrarono nella custodia della cappellina le signore Adalgisa e Anna Zona.

Le sorelle, con atteggiamento premuroso e attento, coinvolsero nel 1977 il figlio di Anna, Paolo Ricciardi, per sistemare l’impianto elettrico e successivamente il genero di Adalgisa, Alessandro Izzo, per la sostituzione delle lampadine fulminate.

Quest’ultimo, si è dedicato con impegno al compito affidatogli, intervenendo frequentemente e a volte anche di notte.

Dal 1995, la signora Candida Laurenza ha rilevato la cura della chiesuola con amorevole diligenza e siamo convinti che continuerà a farlo in futuro.

Nell’aprile scorso, da un’intuizione di quattro petrulesi animati da sani principi, Roberto De Matteo, Enzo Izzo, Luigi Santillo e Mirko Zitiello, e con il beneplacito del parroco della parrocchia di San Nicandro don Vittorio Monaco, è nato il progetto di ristrutturare il fabbricato.

Lavori_Cappellina

Inviata alla locale stazione dei carabinieri la comunicazione di procedere alla raccolta fondi, i promotori del “Comitato Madonnina villa di Calvi Risorta” hanno raggranellato mille 500 euro dalle munifiche mani della comunità calena.

La ristrutturazione

Subito dopo, all’inizio di maggio, previa comunicazione di inizio lavori di manutenzione ordinaria al Comune di Calvi Risorta, i membri del comitato, con l’opera instancabile di Antonio Izzo, Antonio Cernicchiaro, Carmine Della Vedova, Nicandro Izzo, Sebastiano Izzo, Cristi Lungu, Peppe Mariniello, Casto Martino, Nicola Rotondo e del senegalese Mista Jule (Suleyman), hanno effettuato i seguenti lavori:

  • rimozione del marmo posizionato sulla facciata per rischio crollo
  • spicconatura, raschiatura e pulizia delle superfici esterne
  • impermeabilizzazione della copertura con idroguaina
  • rifacimento completo dell’intonaco esterno
  • applicazione di una camicia di stucco sulle pareti interne
  • riqualificazione completa dell’aiuola esistente
  • sistemazione del cancello d’ingresso
  • rifacimento dell’impianto elettrico e d’illuminazione
  • tinteggiatura interna ed esterna
  • montaggio pannello in cartongesso per illuminazione a luce diffusa
  • posizionamento di cinque anfore offerte da Giovanni Marrapese

Contestualmente, anche la statua della Madonnina è stata restaurata dalle sapienti mani di Carmelo Vicente Rossi.

Per di più, il comitato promotore si impegnerà il prossimo anno ad eseguire opportuni interventi strutturali, resisi indispensabili.

Domenica prossima, 4 giugno 2017, il parroco di Petrulo don Vittorio Monaco celebrerà una santa messa nella chiesa di San Nicandro.

Al termine, una solenne processione riporterà la statua nella sua cappellina.

Un grazie di cuore va a tutti quelli che si sono adoperati con dedizione e passione alla pianificazione, preparazione e realizzazione di questo progetto.

I quattro ideatori, oltretutto, hanno inteso trasmettere all’intera comunità calena un messaggio ricco di significato:

“Noi siamo qui per amore delle fede e della famiglia, non ci interessa da dove venite, di che religione siete e del vostro colore della pelle. Ciò che importa è che siamo fratelli di sangue.”

© Riproduzione riservata

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