La nobile figura di Lorenzo Maciariello
Lorenzo Maciariello nacque a Pignataro Maggiore il 15 febbraio 1928 da Gaetano e Maria Cangiano.
Precisamente, venne alla luce in una masseria di Giano Vetusto vicino all’agriturismo “La Selva” al confine con Rocchetta e Croce.
Ma, durante il fascismo, Giano Vetusto fu accorpato a Pignataro Maggiore e ridivenne autonomo dopo la caduta del regime.
La mamma era originaria della frazione Masseria Tabasso di Giano e il papà di Rocchetta e Croce.
La coppia, oltre al primogenito Lorenzo e ad un altro morto in giovanissima età, ebbe altri 6 figli:
Gaetano, Salvatore, Giovanni, Mario, Benito e Antonio.
Tutti i figli dei coniugi Maciariello ebbero come padrino Pietro Cifone che abitava a “Laureta“.
Ed infatti, quando nacque Benito o Antonio, Lorenzo corse da zì Pietro per avvisarlo di andare a battezzare il fratellino.
Durante il secondo conflitto mondiale, uscendo di casa fu intercettato da una pattuglia tedesca e riuscì a divincolarsi con uno stratagemma.
Lorenzo Maciariello, il solo della famiglia a studiare, dopo le scuole medie frequentò un collegio a Caserta.
Restava lì per sei giorni e la domenica tornava a casa.
Conseguì il diploma di maturità da geometra nell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Terra di Lavoro”, avente una sezione distaccata nel Palazzo Reale vanvitelliano.
Appena iniziò l’attività di libero professionista, il papà gli comprò casa nel Vicinato a Petrulo.
Nella frazione calena conobbe Filomena Bonacci, presidente dell’azione cattolica.
I due convolarono a nozze il 20 agosto 1953 nella chiesa di San Nicandro in una giornata assolata.
Dalla loro unione sono nati cinque figli, tutti noti e affermati professionisti:
Gaetano (1954) medico, Alfredo (1955) architetto, Claudio (1957) notaio, Dario (1965) avvocato e Maria (1967) medico.
La discesa in campo
La coppia, dopo il matrimonio, comprò casa a Capua.
Ma, nonostante l’avessero completamente ristrutturata, non fu mai utilizzata come loro residenza.
Dal 1956, Lorenzo Maciariello si tuffò con ardore e passione nella vita politica.
Il battesimo avvenne alle elezioni amministrative del 27 maggio 1956 con la lista “La Bilancia – Rinnovamento Democratico Caleno”.
Ma purtroppo la compagine subì una sonora sconfitta dalla “Democrazia Cristiana” del dr. Guido Gaito.
Lui riportò 1080 voti, due in meno del quarto eletto tra le fila della minoranza.
Nel 1960, disegnò il nuovo simbolo del suo partito.
E proprio in quell’anno, il 6 novembre, la Bilancia finalmente vinse le elezioni.
Eletto primo cittadino il dr. Giovanni D’Elia, ricoprì l’incarico di assessore con delega ai lavori pubblici.
Alla fine del 1963, il D’Elia fu costretto alle dimissioni per uno scandalo sessuale avvenuto nella casa comunale.
Il 20 gennaio 1964, Lorenzo Maciariello si insediò sulla poltrona di sindaco di Calvi Risorta.
Il 22 novembre 1964 stravinse le elezioni, risultando il primo eletto della lista con 1484 preferenze.
Così lo riconfermarono primo cittadino.
Nel 1968, per una polemica sorta sull’avanzamento di carriera del dipendente comunale D. A. (da usciere ad applicato) caldeggiato ed ottenuto in particolar modo dal vicesindaco Francesco Zona di Visciano, il sindaco si dimise a pochi mesi dalla scadenza naturale del suo mandato.
Le opere svolte
Nelle vesti di assessore prima e di sindaco poi, progettò e realizzò diverse opere pubbliche.
- la realizzazione degli edifici scolastici
- la costruzione del nuovo palazzo del comune
- il completamento della rete idrica con gli allacciamenti alle abitazioni e l’installazione di fontane pubbliche
- l’avvio dei lavori della nuova rete fognaria che finalmente ovviava ai gravi inconvenienti creati da quella esistente
- la sistemazione delle strade interne iniziata dalle precedenti amministrazioni
- la copertura del tratto di rivolo lungo via Duca D’Aosta, dove fu creato il Largo Giovanni XXIII, precedentemente chiamato “Piazza Bilancia”
- la progettazione della circumvallazione di Petrulo nell’ottica di eliminare gli intasamenti del traffico urbano e l’avvio della pratica per la strada di Giano Vetusto
- l’ampliamento del cimitero con installazione dell’illuminazione
Ma il suo fiore all’occhiello fu la 167.
La legge 18 aprile 1962 n. 167 introdusse delle disposizioni nel campo dell’urbanistica.
In particolare, prevedeva di formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare.
Inoltre, consentiva la realizzazione di opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico.
Lorenzo Maciariello, esperto della materia, elaborò un progetto edilizio inclusivo, innovativo ed ambizioso teso all’unione delle tre frazioni calene.
Invece a Capua, Sparanise, Pignataro Maggiore, Teano e tanti altri paesi, la 167 ricadde al di fuori dei centri abitati.
Il risultato fu quello di avere desolanti quartieri dormitori, intere porzioni di paese isolate, periferie insicure e degradate.
Tornando a Calvi, la zona individuata era la centralissima “area San Nicola” in via IV Novembre.
I terreni furono espropriati agli eredi del dott. Oreste Mancini.
Nell’area interessata, edificarono la nuova casa comunale.
Invece, sul terreno adiacente via IV Novembre, la Cooperativa Castello costruì un immobile di cinque piani destinato a civile abitazione.
Nel corso del tempo, il piano ha subito diverse modifiche.
La partecipazione alla conferenza nazionale
Lorenzo Maciariello partecipò il 7 e 8 febbraio 1964 alla conferenza nazionale per l’attuazione della “167” tenuta nel palazzo dei congressi a Roma.
Il suo discorso fu ben articolato:
“Ritengo personalmente indispensabile l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti o di altro ente all’uopo autorizzato, a favore degli enti locali che non si trovano nella possibilità di finanziare opere necessarie, anche se il 50% di dette spese sarà recuperato nelle aree riservate all’edilizia residenziale.
È anche importante stabilire nella nuova legislazione che il valore venale delle aree sia quello corrente almeno nell’anno 1958 e non quello di due anni prima dell’applicazione della legge 167.
Infatti valutare le aree al prezzo corrente due anni prima dell’attuazione della legge ed aggiungere al prezzo unitario così ottenuto le spese per tutte le opere di urbanizzazione, significa, a mio avviso, vendere il suolo edificabile forse a prezzo superiore a quello libero, almeno nei Comuni ove tali opere debbono essere iniziate da zero.”
L’apprezzamento della sua opera
L’opera svolta da Lorenzo Maciariello fu riconosciuta e apprezzata dall’intera comunità.
Un fatto su tutti.
Le brigitelle di Zuni (le sorelle Anna e Brigita Capuano) si presentarono al comune per illustrare al sindaco una loro criticità.
Dopo averle risolto il problema, prima di andarsene, una delle due gli disse:
“nun sete nu sinnucu buonu pecché sete state tantu tiempi appriess’ a nui che semmo doi sceme.”
Questo episodio fu registrato da Agostino Zona (detto zing zong) in qualità di intervistatore.
Inoltre, gli abitanti dei Martini di Visciano lo osannavano perché finalmente aveva risolto l’annoso problema dell’acqua.
Ma nonostante ciò, dal 1970 decise fermamente di non candidarsi più alle amministrative.
Il lavoro e la famiglia dovevano tornare al centro dei suoi interessi.
Nelle occasioni importanti della vita dei propri congiunti si lasciava andare a esternazioni di affetto e gioia.
Nel 1972, aderì all’associazione Atletica Casertana dove militavano i figli Alfredo e Claudio nelle discipline dei lanci.
Tuttavia, non si sottrasse all’agone politico, partecipando ai lavori del partito socialista e ai comizi della Bilancia.
Alla tornata elettorale del 1975, Luigi De Biasio ironizzò sul fatto che avesse lasciato la politica attiva.
Lorenzo Maciariello, meticoloso, instancabile, diretto e dotato di un carattere molto forte, rispose con parole di fuoco da un balcone.
Per 30 anni, lui e Angelo Capuano furono i pilastri portanti della politica socialista calena.
I “due gemelli“, uniti da una profonda amicizia e stima reciproca, operarono per la crescita del paese anteponendo gli interessi della collettività a quelli personali.
Qualcuno ricorderà l’esilarante filastrocca scritta da Pasquale Izzo e rivolta ad Angelo Capuano per il carnevale di inizio anni ’80:
“E tira tira tira u ciucciariegliu, sta carr’ttella tirala tu.
Comm tirasti pure a Maciariello, che francamente fece di più.”
Gli ultimi anni della sua vita
Nel 1982, a seguito di un infarto, fu ricoverato all’ospedale di Caserta.
Ma per problemi coronarici importanti lo trasferirono al Monaldi ed operato al cuore.
Dopo aver subito l’intervento chirurgico, consegnò al figlio Gaetano un elettrocardiografo con la raccomandazione di curarlo.
Il giovane medico, già alle prese con medicina interna, si occupò anche di cardiologia, conseguendo la doppia specializzazione.
Nel gennaio 1984, al manifestarsi di un’angina furono consultati due noti cardiochirurghi per un reimpianto coronarico.
Tuttavia, essendo l’operazione molto complicata, Gaetano appurò al CNR di Roma che in Italia erano stati effettuati solamente 90 interventi.
Invece, in un solo centro negli Stati Uniti ne avevano eseguiti 500.
Immediatamente, il figlio Gaetano lo accompagnò nella famosa “Cleveland Clinic“.
Maria Bonacci gestì le relazioni con l’ospedale e la famiglia di Eduardo Polizzi li ospitò a casa.
Il costo dell’operazione fu di lire 45.000.000, poi rimborsato dall’ASL grazie anche all’interessamento di Andrea D’Onofrio.
Nel 1985, gli riscontrarono un carcinoma al pancreas.
Immediatamente, fu trasportato a Parigi dal Prof. Henri Bismuth, il padre della chirurgia epatica mondiale.
All’ospedale Paul Brousse subì nel periodo estivo un intervento palliativo non di resezione del tumore ma semplicemente di creazione di una nuova via di scarico della bile.
Il Dott. Gianni Bonadonna di Milano, luminare dell’oncologia italiana, gli prescrisse un solo ciclo di chemioterapia.
Il paziente, però, mal tollerò la terapia.
Così, il Professore Giuseppe Zora di Messina gli consigliò una cura alternativa.
Per 3 mesi andò meglio.
Nel febbraio 1986, ebbe un ictus e fu curato a casa.
In seguito, il figlio Gaetano decise di riportarlo in Francia con un aereo militare messo a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Al caso s’interessarono Raffaele Bonacci e Giovanni Laurenza di Rocchetta e Croce.
Lorenzo Maciariello rimase a Parigi per 30 giorni insieme alla moglie, Alfredo e Gaetano.
Il ricordo post mortem
Rientrato in Italia, morì il 19 maggio 1986 all’età di 58 anni.
Il tragico epilogo fu riportato da diverse testate giornalistiche.
Le esequie si svolsero alla presenza di una folla di parenti, amici, estimatori ed esponenti politici.
Sabato 21 giugno 1986 fu un giorno speciale nel ricordo dell’autorevole esponente del socialismo in Terra di Lavoro.
Alle ore 18:00 fu celebrata nella chiesa di S. Nicandro una santa messa in suffragio della sua anima.
A seguire, il direttore didattica dott. Andrea Izzo, segretario della locale sezione del P.S.I., organizzò due eventi significativi.
Alle ore 19:00 si tenne una manifestazione commemorativa nella sala del cinema “Edera” a Petrulo.
Al termine, si svolse la cerimonia di intitolazione della sezione calena del P.S.I. alla sua memoria con lo scoprimento dell’insegna luminosa e della fotografia di sezione.
Nel cinema Edera, personalità del modo politico e dirigenti socialisti dell’intera provincia rievocarono la nobilissima figura di Lorenzo Maciariello.
Sul palco si alternarono il dott. Andrea Izzo, Raffaele Bonacci, Angelo Capuano, i figli Gaetano e Claudio, l’avvocato Giovanni Lagnese, il dott. Marcellino Piazza, il consigliere regionale on. Carmine Iodice, il segretario della federazione provinciale Psi Raffaele Raucci ed altri.
Tra i vari interventi, ritengo significative le parole espresse da due amministratori locali.
L’avvocato Luigi Izzo
Il sindaco di Calvi Risorta, l’avvocato Luigi Izzo, affermò:
Io voglio ricordare solo due esempi della sua vita esemplare.
Eravamo vicini di casa, lo siamo stati per tanti anni, su, nella parte storica di Petrulo alta.
Ebbene, io ero con lui quando si attendeva, in una notte d’estate, la nascita del suo primo figlio Gaetano.
Dirvi la gioia, la commozione che in quella notte vivemmo, io e l’amico Peppe Serio insieme a lui, è cosa indescrivibile.
Ed un altro momento che segna l’altro polo della parabola della sua vita.
Eravamo insieme sull’aereo, forse entrambi, con altri amici, per la prima volta.
Era un po’ assorto, un po’ triste, ma poi si riprese subito, con quel vigore che ha caratterizzato tutta la sua vita.
E questa sua gioia, questa sua partecipazione, questo essere sempre sulla scena della vita pubblica di Calvi Risorta, da amministratore, da assessore, da sindaco, da cittadino, lo faceva essere semplice e cordiale, aperto al dialogo con tutti.
È questa la più bella lezione, il più bel messaggio di impegno civile che noi sentiamo di dover portare avanti con impegno, con una consapevolezza vera e autentica che solo così si possono rafforzare quei vincoli di amicizia e di solidarietà che ci portano insieme a concorrere alla crescita della nostra comunità.
Il dott. Salvatore Santella
Infine, il saluto del dott. Salvatore Santella, vicesindaco di Pignataro Maggiore:
Lorenzo Maciariello non è un compagno qualsiasi, uno di noi che magari lavora per il Partito, ma è un compagno che si è distinto dalla massa, un compagno che ha cominciato subito a dare tutto il suo contributo per l’avanzamento della società nella quale si trovò a vivere, rischiando e offrendosi di persona a tutti i pericoli, le disavventure e le difficoltà che il momento politico in cui s’impegnò nell’attività pubblica comportava.
Commemorare Lorenzo Maciariello significa riconoscere l’impegno di quest’uomo socialista, la cui vita è stata simbolo di abnegazione, è stata simbolo di onestà, di sacrificio, di lotte, d’impegno, è stata un ideale.
Commemorare Lorenzo Maciariello significa additare a noi e a quelli di domani quegli ideali che, quando sono impersonati con convinzione, possono produrre per la società certamente effetti positivi di cui, non solo quelli che appartengono al Partito e quindi socialisti, bensì tutta la società se ne avvantaggia.
Questo, dunque, il significato della commemorazione di un uomo che, attraverso tutta la sua vita, attraverso la sua attività politica, attraverso l’impegno civile per i quali ha speso tutta intera la sua esistenza, è stato veramente un grande socialista, un esempio di vita, un esempio di genitore, un grande uomo, che va additato agli altri come faro di impegno morale, sociale, politico e civile.
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