I proverbi caleni (4° parte)
I proverbi rappresentano un patrimonio incredibile di conoscenze acquisite con l’esperienza di generazioni di persone.
Il loro utilizzo dava sollievo alla società perché preparava ad affrontare le molteplici sfaccettature della realtà, comprese quelle negative.
Ai giorni nostri, invece, le citazioni delle espressioni colorite stanno diventando sempre più sporadiche.
Ciò malgrado, qui troverete un’ulteriore classificazione di curiosi proverbi con le relative spiegazioni.
A santi viecci nun s’ levunu berretti
Ai santi vecchi non si tolgono berretti.
Dunque, è inutile rivolgere preghiere o implorazioni a coloro che non hanno il potere di aiutarci.
Questa espressione è legata ad un accadimento caleno e racconta molto più di un semplice gesto.
Molti anni fa si stava svolgendo la processione in onore di San Nicandro.
In prossimità della chiesa vecchia di Petrulo, vi era due individui, di cui uno portava un berretto.
Il primo consigliò all’altro di togliere il cappello per rispetto o riverenza verso il santo.
Il tizio rispose cha “a santi viecci nun s’ levunu berretti”.
Secondo la tradizione, il santo gli tirò un ceffone e il segno delle cinque dita gli rimase sul viso per diverso tempo.
È pigliat ‘u cazzu p’a banca ‘e l’acqua
Significa aver confuso l’organo maschile con il chioschetto dove si vendeva l’acqua.
Quindi, non si è compresa una cosa al punto di confonderla con una che non ha alcuna ragione d’essere.
In altre parole, hai preso fischi per fiaschi.
Sciacqua Rosa e viva Agnese
A differenza di come si sente dire in paese, il proverbio è:
“Sciacqua Rosa e biv‘ Agnese“
L’espressione indica la dilapidazione del tutto ingiustificata di beni materiali rappresentati da Rosa e Agnese.
Seconda sezione
Cummà, i m’ n’ vacu e nun m’ n’ curu, ma a te ‘a pizza tà cuottu ‘u culu
Due comari si incontrano nell’abitazione di una delle due.
Nel frattempo la padrona di casa aveva cotto una pizza.
Per non offrirla all’ospite, la nascose sotto il sedere.
Dopo aver scambiato quattro chiacchiere, la seconda si accomiatò.
Avendo sentito l’odore della pizza, quest’ultima esclamò:
me ne vado e non m’interessa, ma a te la pizza ti ha cotto il culo.
Quannu ‘u zuocculu s’ fa’ pesant’, a zoccola s’ fa santa
Uno dei proverbi più belli.
Quando lo zoccolo diventa pensante, anche la prostituta si fa santa.
Dunque, con il passar degli anni anche le donne di facili costumi diventano pie.
È fattu ‘a mala nuttata e ‘a figlia femm’na
Aver trascorso una brutta notte e aver festeggiato (ipoteticamente) la nascita di una neonata.
Anticamente, avere una figlia femmina significava:
- sottrarre due braccia al lavoro nei campi e contestualmente avere una bocca in più da sfamare
- dover mettere su una dote per farla maritare
Dunque, sono sopraggiunte una serie di concomitanze che non hanno portato al risultato sperato.
È trasutu ‘e siccu e s’è mis’ ‘e chiattu
Letteralmente è entrato di secco e si è messo di largo.
Sta ad indicare una persona che in una determinata situazione si presenta con modi discreti e garbati.
Ma poi pian piano “prende familiarità” e aumenta a dismisura le sue pretese.
Ricett’ ‘u prev’t ‘: fai chell’ che t’ ric’ i’ e no chell’ che facc’ i’
Disse il prete: fai quello che dico ma non prendermi come esempio nelle cose che faccio.
Sostanzialmente, il popolo nutre scarsa considerazione verso il prete che, predicando dal pulpito, suggerisce comportamenti che egli stesso trasgredisce.
Siamo dunque nella sfera di chi predica bene e razzola male.
Terza sezione
I soldi fanno venì ‘a vista ‘e cecati
I soldi fanno tornare la vista ai ciechi.
Specificatamente, le persone sono disposte a svolgere attività straordinarie quando c’è la prospettiva di guadagnare soldi.
Megliu ‘na vota arrussì che cientu vot’ a giallanì
Meglio una volta arrossire che cento volte impallidire.
Questo motto vuole essere un inno al coraggio.
Meglio esprimere la propria opinione, nonostante possa risultare scomoda, piuttosto che tenersi tutto dentro.
Giorgiu s’ n’o’ ‘ì e ‘u vescovu n’ì o mannà
Giorgio, servitore del vescovo, se ne vuole andare e il prelato, dal canto suo, lo vuole mandare via.
Per intendere, due persone giungono al medesimo risultato nonostante fossero di vedute opposte.
Ma è anche un invito a chi dovesse trovarsi in situazioni simili a darsi una mossa e a prendere una decisione veloce.
‘A cunf’renza è padrona e’ ‘ra mal’ crianza
La confidenza è padrona della maleducazione.
Attenti a non esagerare nel dare troppa confidenza perché si rischia di subire mancanza di rispetto.
Quindi, è preferibile mantenete un certo distacco per evitare che gli scostumati si lascino andare in comportamenti spiacevoli e inopportuni.
Chi s’ n’ sazia e chi nun n’ prova
C’è chi se ne abbuffa e chi non ne prova.
Cioè chi ha tanto e chi non ha niente.
Ebbene, nella vita non esiste una via di mezzo.
Pur’ nu strunzu spila nu cessu
Anche un escremento solido può sturare un gabinetto.
Quindi, anche una persona priva delle capacità o delle attitudini necessarie allo svolgimento di un’attività specifica può risolvere un problema.
Quarta sezione
Nun s’ fa nient’ p’ senza nient’
Non si fa niente per senza niente.
Qualsiasi attività è eseguita con l’obiettivo, o almeno con la prospettiva, di poterne trarne un beneficio o un vantaggio.
In altre parole, lo è l’atteggiamento di chi agisce esclusivamente per il proprio tornaconto.
‘A vatta ‘e zi Maria, ‘na vota chiagn’ e ‘na vota rir’
La gatta di zia Maria una volta piange e una volta ride.
L’espressione si riferisce ad un individuo che si ritrova a piangere per cose banali e subito dopo a ridere.
Questo significa che la persona è volubile o molto insicura.
N’tiemp’ ‘e carestia, ogni bucu è purtusu
In tempo di carestia, ogni buco è un pertugio.
Nei periodi di necessità o in situazioni di pericolo ogni piccolo anfratto può trasformarsi in un rifugio.
Inoltre, è riferito a chi, non avendo conquistato una bella donna, si accontenta di un’altra attempata e non particolarmente avvenente.
Quindi, bisogna accontentarsi e godere di ciò che si possiede.
‘U figliu mutu ‘u capisc’ ‘a mamma
Il figlio muto lo comprende la madre.
Solamente la mamma può comprendere le esigenze e i desideri del figlio che non parla.
Così, soltanto un grande amore può superare i problemi che attanagliano sempre di più la persona umana.
‘A lira fa ‘u ricco, ‘a crianza fa ‘u signor’
La lira (intesa come denaro) fa il ricco, ma la buona educazione fa il signore.
La signorilità non trae origine dall’agiatezza e dal benessere.
Invece è il frutto delle buone maniere e della gentilezza che possono appartenere anche a persone meno abbienti.
Quinta sezione
Roppu arrubbatu, s’ mettunu’ l’ port’ ‘e fierru
Dopo il furto, si mettono le porte di ferro.
Si tratta di rimedi tardivi quando il danno si è già verificato.
Perciò, si può evitare una situazione spiacevole se solo fossero state adottate delle semplici precauzioni.
I parienti sò comm’ ‘i stivali: ciù so stritti e ciù t’ fann’ mal’
I parenti sono come gli stivali, più sono stretti e più ti fanno male.
Più che un proverbio è una frase celebre di Totò, l’indimenticabile principe della risata.
Detto per biasimare il comportamento, a volte molto irritante ed invadente, dei parenti più stretti.
Fai chell’ che te fattu che non è p’ccatu
Fai quello che ti è fatto che non è peccato.
Significa che, quando si subisce un torto o un’offesa, si ha il diritto di reagire con la stessa “moneta”.
Il biblico principio giuridico “occhio per occhio, dente per dente” esprime esattamente questo concetto.
A casa ‘e ri sunaturi, nun s’ portunu serenat’
Ad litteram: a casa di suonatori non si portano serenate.
È veramente difficile convincere con le nostre affermazioni chi ne sa più di noi.
Si consiglia, dunque, di non giocare d’astuzia con chi è più abile.
Chi va p’ chisti mar’, chisti pisci piglia
Chi va per questi mari, questi pesci prende.
La vita insegna che si dovrebbe prestare la dovuta attenzione ai primi segnali negativi.
Prima di imbarcarsi in certe avventure, è sempre meglio valutare a cosa si va incontro.
Tieni ciorta e men‘t’ a mar’ che pure l’acqua t’ caccia
Tieni fortuna e tuffati nel mare che anche l’acqua ti butta fuori.
È rivolto a coloro che sono super fortunati.
Infatti, se dovessero cadere accidentalmente in mare, non morirebbero per annegamento.
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