Il repubblicano Vincenzo Bizzarri

Il repubblicano Vincenzo Bizzarri

Vincenzo Amedeo Silvestro Bizzarri nacque a Calvi Risorta il 10 luglio 1889 da Francesco e Maria Grazia Del Giudice.

I genitori, entrambi possidenti, abitavano a Visciano in Via Trivio.

Suo fratello era il noto Alberto Maria Vincenzo, Capitano del 92° Reggimento Fanteria deceduto il 27 ottobre 1915 sul Monte Col di Lana durante la Grande Guerra per ferite riportate in combattimento e decorato con la medaglia d’argento al valor militare.

Proveniente da una famiglia agiata, Vincenzo frequentò con profitto le scuole inferiori.

Successivamente conseguì il diploma magistrale ed ottenne l’abilitazione all’insegnamento.

Prese parte alla Grande Guerra e rimase ferito in combattimento.

Si iscrisse all’associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra con tessera numero 137948.

Una volta rientrato dal fronte, divenne insegnante alle scuole elementari di Casapulla, aderendo al “Sindacato Insegnanti“.

Secondo un’altra fonte, invece, non era iscritto alle organizzazioni sindacali.

Sposato senza prole, si trasferì con sua moglie a Caserta in Via Bologna n. 7.

Vincenzo Bizzarri svolse fino al 1924 attività repubblicana ed antifascista, collaborando con la nota associazione “Italia libera“.

Italia Libera sorse a Roma nel giugno 1923 per iniziativa dell’avvocato pluridecorato nella prima guerra mondiale Randolfo Pacciardi.

Il progetto, sostenuto dall’intero Partito Repubblicano, si proponeva di riunire tutti gli ex combattenti della grande guerra.

Gli affiliati si riconoscevano negli ideali dell’interventismo democratico e disapprovavano la posizione filofascista assunta dall’Associazione Nazionale Combattenti (ANC).

Vincenzo Bizzarri, dopo essere entrato nel Partito Repubblicano, aderì subito con entusiasmo al progetto.

L’associazione si dotò quasi subito di una testata giornalistica quindicinale: L’Italia libera.

All’interno del gruppo emersero due correnti di pensiero.

Una riteneva che l’associazione si doveva porre in una posizione attendista della coscienza popolare che spazzasse via autonomamente il fascismo.

L’altra, invece, propugnava un’opposizione attiva al fascismo, essendo del parere che un atteggiamento passivo avrebbe immancabilmente portato alla sconfitta.

Il passaggio al Fascio di combattimento

Negli ultimi mesi del 1924, il gruppo dirigente di Italia Libera decise di appoggiare la linea di attesa.

Ma di lì a poco, la situazione precipitò.

Il 4 novembre 1924, i reduci della prima guerra mondiale furono attaccati dagli squadristi.

All’inizio del 1925, dopo il discorso di Benito Mussolini, Italia Libera fu tra le primissime organizzazioni ad essere sciolta.

Vincenzo Bizzarri, in considerazione della cessazione dell’attività dell’organismo repubblicano, passò tra le fila dei Fasci di combattimento.

Infatti, l’8 aprile 1926 si iscrisse al Partito Nazionale Fascista.

Il suo ruolo fu marginale perché si disinteressò di politica durante il regime.

Tuttavia, le autorità governative tennero il caleno sotto stretta sorveglianza per i suoi trascorsi, pronti a ritorsioni e delazioni.

Il 24 marzo 1931, il Vice Questore reggente l’ufficio di P.S di Caserta informò il Questore di Napoli.

Con riferimento alla circolare 5 corrente n. 5348 S.P. della S,V, Ill/ma ed al foglio di questo ufficio n. 586 Gab. in data odierna, pregiomi comunicare che il controscritto Bizzarri Vincenzo, per il passato e fino al 1924 esplicò attività repubblicana e fece parte della nota associazione “L’Italia libera”.
Da quell’epoca si è disinteressato di politica, tanto che questo ufficio non ha avuto più occasione di segnalarlo, né questa soppressa Prefettura lo ha mai indicato al Ministero.
Non mi manca di vigilarlo e di ogni emergenza ne riferirò personalmente alla S.V. Ill/ma.

Dunque, nonostante avesse chiesto il rinnovo della tessera e fosse accondiscendere verso il regime, le autorità lo ritennero ancora pericoloso.

L’estromissione dal novero dei sovversivi

Solamente il 4 gennaio 1934, il Vice Questore di Caserta avanzò la proposta di radiarlo dal gruppo dei sovversivi.

In relazione alla nota a margine pregiomi partecipare alla S.V. Ill/ma che il repubblicano Bizzarri Vincenzo di Francesco abitante in questa Via Bologna n. 4 insegnante elementare in Casapulla serba regolare condotta morale e politica e non ha dato luogo al benché minimo richiamo.
Egli è iscritto al Fascio fin dall’8 aprile 1926 ed ha già presentata la tessera per la rinnovazione.
Mostrasi ossequiente verso le autorità e devoto al Regime e non tralascia occasioni per dimostrare come in effetti nel suo animo non albergano più idee repubblicane.
Il Bizzarri è iscritto al Sindacato Insegnanti ed alla Sezione Mutilati ed Invalidi di Guerra con tessera n. 137948.
Per le ragioni sopra esposte questo Ufficio ritiene essere il caso di radiarlo dal novero dei sovversivi.

Il 9 gennaio 1934, fu estromesso dalla lista delle persone tese a sovvertire l’ordine costituito.

Nonostante ciò, le vicende negative riguardanti Vincenzo Bizzarri sembravano non finire mai.

La circostanza fu la sua candidatura al concorso di direttore didattico.

Il 15 gennaio 1935, il 1° Capitano Aurelio Vessicheli, comandante della Compagnia dei Carabinieri Reali di S. Maria C. V., scrisse al Questore di Napoli.

Per competenza, risultando che l’insegante Bizzarri Vincenzo domicilia a Caserta presso il mercato nuovo mentre a Casapulla egli si reca per impartire le istruzioni presso quelle scuole elementari, non dando motivi di rimarchi sul suo conto, si trascrive la seguente N. 101300 Gab. del 10 andante della R. Questura di Napoli.
“Prego favorire, con urgenza, informazioni sull’attività e sulla condotta politica e morale dell’insegnante Bizzarri Vincenzo – Casapulla – concorrente al posto di direttore didattico.
Gradirò conoscere anche il parere circa l’ammissione del predetto al concorso in parola.

Vincenzo Bizzarri

La passione verso l’insegnante Maria Aversano

L’insegnante Vincenzo Bizzarri, domiciliato in Via Bologna n. 7, risiedeva a Caserta da vari anni.

Dai documenti della locale Questura si evince che il Bizzarri:

  • appartenne al partito repubblicano
  • risultò iscritto al Partito Nazionale Fascista (P.N.F.) dall’8/4/1926
  • fu radiato dal novero dei sovversivi il 9/1/1934
  • non diede luogo a particolari rilievi per la sua linea politica

Egli era coniugato senza prole e la condotta morale lasciava alquanto a desiderare.

Vox populi parlava di aspri litigi del caleno con la propria moglie.

Il motivo andava ricercato nello slancio del marito di accompagnarsi con la signorina Maria Aversano, anch’essa insegnante e domiciliata nella medesima Via Bologna.

Infatti, malgrado il risentimento della moglie, Vincenzo continuava a frequentare Maria con la quale, più volte, era stato notato in città e nei dintorni.

Inoltre, la signorina si recava persino presso l’abitazione dei coniugi Bizzarri.

Ciò fece sorgere il dubbio che i rapporti tra i due potessero consistere in una semplice e pura amicizia.

Invece si trattava in una relazione più intima anche perché Vincenzo era tacciato nell’opinione pubblica di scarsa moralità.

Il 15 febbraio 1935, il Vice Questore di Caserta Morici espresse il seguente parere:

Per quanto sopra e considerando l’importanza e la delicatezza del posto di direttore didattico cui il ripetuto Bizzarri aspira, quest’Ufficio sarebbe di parere contrario all’ammissibilità dello stesso al concorso in parola.

Così Vincenzo Bizzarri fu estromesso dalla selezione non per la sua passata condotta ideologica ma per la sua scarsa moralità.

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