Il riposizionamento delle truppe napoletane
Il 13 settembre 1860, Il generale napoletano Giosuè Ritucci modificò il piano di dispiegamento delle sue truppe.
A Calvi, oltre alla Compagnia Carabinieri Esteri e la batteria n. 15 di cannoni rigati dispiegati il 7 settembre, dislocò il comando della 2° Brigata della 2° Divisione:
- Comandante: Brigadiere Giovanni Luca Won Mechel
- Stato Maggiore: Capitano Luigi Delli Franci
- 1° Tenente Giuseppe Ferrara
Inoltre, nelle altre frazioni furono schierati:
- il 9° Battaglione Cacciatori capitanato dal maggiore Giuseppe Scappaticci a protezione di Visciano;
- il 10° Battaglione Cacciatori capeggiato dal tenente colonnello Luigi Capecelatro a guardia di Zuni e Petrulo.
Le due unità militari appartenevano alla 1° Brigata del generale Vincenzo Polizzy.
Ma la permanenza a Calvi delle anzidette truppe durò poco.
Il 19 settembre verso mezzogiorno, i garibaldini del maggiore Michele Csudafy si scontrarono a Roccaromana con i regi.
Dopo aver sostenuto uno scontro a fuoco per alcune ore, dovettero ripiegare per il sopraggiungere di soverchianti forze nemiche.
Sempre lo stesso giorno, il maggiore Giovan Battista Cattabeni oltrepassò il Volturno con una colonna di circa ottocento camicie rosse.
Immediatamente, s’impadronì di Caiazzo.
Le truppe borboniche, dopo uno sbandamento iniziale, entrarono nella città e snidarono i garibaldini dalle case.
In entrambi i casi, i soldati di stanza a Calvi accorsero in aiuto ai propri commilitoni.
Contro i garibaldini, fu inviato anche il brigadiere Giovanni Luca Von Mechel con la sua divisione di tre battaglioni esteri.
L’arrivo a Calvi del Colonnello Ruiz
Dopo le scaramucce di Roccaromana e di Caiazzo, i garibaldini si ritirarono senza dar luogo ad altri fatti rilevanti.
Il 20 settembre, il comandante in capo dell’armata napoletana ordinò che:
- la seconda divisione del maresciallo Afan De Rivera occupasse con la brigata del colonnello Polizzy Pignataro, Partignano, Pantuliano, S. Secondino, Pastorano e Camigliano;
- la brigata di Von Mechel con la batteria num. 15 entrasse nella piazza di Capua;
- la 3° divisione del generale Tabacchi stesse nei suoi accampamenti di Teano.
Conseguentemente, dispose che la brigata del Colonnello Giuseppe Ruiz de Ballesteros alloggiasse in Sparanise, Calvi, Visciano e Zuni.
Da ultimo, separò la cavalleria in due divisioni.
La prima, comunemente definita “leggera”, fu affidata al comando del generale Ruggiero venuto allora da Gaeta.
L’altra, cioè la pesante, restò agli ordini del generale Palmieri.
A entrambe le divisioni, eccetto alcuni corpi dispiegati altrove, il generale chiese di occupare “le taverne e le casine” presenti su tutto il teatro di guerra.
Il giorno seguente, il maresciallo Giosuè Ritucci inviò una lettera al ministro della guerra Francesco Casella
“Eccellenza,
V. E. nel suo ufficio del 21 settembre corrente mese dopo aver passato in disamina la posizione dell’esercito da me comandato conchiudeva esser necessario di agire energicamente prendendo l’offensiva al più presto per raggiungere lo scopo di battere Garibaldi e ripristinare il governo Reale nella Capitale…
Io credo di poter perseverare nel proposito di non abbandonare per ora la linea del Volturno serbando una difensiva attiva…
Inoltre rassegno a V. E che informato delle intenzioni del nemico di riprendere in forze Caiazzo, e visto la posizione immensamente eccentrica dello stesso paese, che obbliga a dividere il corpo di esercito tra le due estese pianure, l’una da Triflisco a Calvi l’altra da Triflisco a Caiazzo.”
L’ulteriore ordine di spostamento
Il 22 settembre 1860, il Colonnello Ruiz fece raggirare in piccoli gruppi nel circondario caleno i suoi soldati presenti a Calvi, Visciano e Zuni.
I borbonici sovente scambiarono qualche colpo di archibugio con i posti avanzati dei garibaldini.
Ma evitarono accuratamente di entrare in un qualsivoglia paese.
L’obiettivo dei volontari agli ordini di Garibaldi era quello di tagliare le comunicazioni con Capua.
La permanenza della brigata del Ruiz sul suolo caleno durò appena tre giorni.
Il 23 settembre 1860, i borbonici abbandonarono le postazioni di Calvi, Visciano e Zuni per spostarsi a Teano.
A Calvi, il colonnello lasciò solamente la batteria numero 6 agli ordini del capitano Giuseppe Iovene.
Nel prosieguo, altre armate borboniche si alternarono sul suolo caleno.
Il loro compito principale era la strenua difesa dell’area collocata tra le piazzeforti di Capua e Gaeta.
Dopo l’unità d’Italia, il Ruiz salì sul banco degli imputati per aver contribuito al tracollo del Regno delle Due Sicilie.
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